La Pasqua
Il digiuno è una pratica centrale della nostra fede cristiana, perché imprime in noi la vita di Cristo nella sua passione, morte e risurrezione e rafforza il cammino del cristiano per vivere con Lui e in Lui. La Pasqua ci fa penetrare nel mistero pasquale; da sola è capace di cambiare tutto dando speranza e fiducia, ponendo fine alle guerre e portando la pace.
All’inizio della creazione, tutto procedeva con docilità verso “Dio”, che è il centro; ma l’uomo, ben presto, si è lasciato trascinare a compiere scelte errate. Apparvero, così, inaspettati atteggiamenti devianti, dovuti alle vicissitudini della sua natura di uomo, che voltò le spalle a Dio suo Creatore e volle separarsi da Lui (il comportamento di Eva e Adamo e del figlio prodigo, Luca capitolo 15).
Il risultato fu che egli non riuscì a dominare i suoi istinti, le sue passioni e ambizioni, il suo cuore si è indurito ed è accaduto ciò che è accaduto (che Caino uccise suo fratello Abele). Da allora, il male si manifesta in tutte le sue forme: violenza, diffusione di azioni terroristiche, guerra, omicidio, distruzione, corruzione, violazione dei diritti dell’uomo e disprezzo delle sue legittime aspirazioni, secondo la regola: o governiamo o uccidiamo!
Oggi, la scena si è complicata in modo allarmante e la situazione sta peggiorando, soprattutto nella nostra regione. A causa dell’abbandono dei valori umani e religiosi, il nostro mondo è in uno stato di caos, di squilibrio, di instabilità dell’ordine mondiale e dell’equilibrio del potere: divisioni interne per il dominio e il denaro, interventi esterni per interessi politici ed economici, e guerre devastanti qua e là, soprattutto nella terra di Gesù e nell’Ucraina.
Tutto ciò rende i cuori delle persone spezzati e turbati, e i loro pensieri sono agitati, pieni di ansia e di paura. Queste tempeste, che sono una macchia di disonore sul volto dell’umanità, devono essere eliminate. La Chiesa, nella sua nobile missione, non deve accontentarsi di discorsi timidi o diplomatici, ma deve alzare la voce non meno di quella dei profeti, e classificare questi atti come grandi peccati e crimini contro l’umanità.
La quaresima – Il digiuno
In questo breve periodo (quest’anno dal 12 febbraio al 30 marzo), che precede la passione, la morte e la risurrezione di Cristo, il digiuno viene a dare alla nostra vita un nuovo orizzonte, per distinguere il bene dal male, il vero dal falso, scegliere ciò che Dio vuole, vivere in armonia gli uni con gli altri, convertirci e migliorarci, in uno spirito di umiltà, di riconciliazione e di saggezza.
Il digiuno è un tempo per rinnovarsi, per crescere e affinarsi, affinché l’uomo recuperi la sua immagine, dal momento che Dio lo ha creato a sua immagine e somiglianza (Gen 1,26).
Il digiuno non è solo digiuno dal cibo, ma anche dal peccato. È un tempo di conversione-pentimento mediante l’atmosfera spirituale che genera.
La conversione – “metanoia” – è parola centrale nella predicazione di Gesù e significa letteralmente “volgersi dal peccato verso Dio”. La conversione è un invito ad entrare nel Nuovo Testamento, nella sua logica, e a lasciare che lo Spirito Santo ci riempia, ci cambi dall’interno, affinché modifichi il nostro sguardo e il nostro modo di vivere, e rafforzi veramente il nostro rapporto con Dio e il nostro rapporto vicendevole per una ripresa spirituale, umana e ecclesiale, e per lavorare insieme con coraggio allo scopo di diffondere la cultura della vita, della fraternità, della pace e della convivenza armoniosa, per risvegliare la società e realizzare la stabilità e il rispetto della dignità umana e della libertà.
Il digiuno è un momento forte per confessare i nostri brutti peccati, per abbandonare le cattive abitudini, per rimuovere le radici dell’egoismo, dell’indifferenza, dell’odio e della violenza, dell’ipocrisia, della diffamazione, della ricerca del piacere e dell’abbandono ad esso, della brama di possedere, anche in modi proibiti, impadronendosi e sfruttando i patrimoni degli altri…, per vivere nella sincerità e nell’integrità morale. Il digiuno è come un autolavaggio completo, come facciamo con i nostri veicoli! Abbiamo esempi nel Vangelo con Zaccheo, il pubblicano e la Maddalena.
Il digiuno è il tempo dell’applicazione del comandamento dell’amore e della misericordia. Gesù Cristo ha preferito la misericordia al sacrificio. Rimuovendo i muri che ci separano dagli altri, dobbiamo spenderci generosamente per aiutare i fratelli e le sorelle nel bisogno, come raccomanda il profeta Isaia: «Non è questo piuttosto il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi, e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?» (Is 58,6-7).
Supporto divino
Il roveto ardente: «Io sarò con te» (Es 3,12). «Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (Mt 28,20).
Com’è bello che il Nuovo e l’Antico Testamento si incontrino per dirci che il Signore ci è vicino! Dio è con noi: “Emmanuele”. Questo è il fondamento della nostra esistenza, la via della salvezza. Dobbiamo solo camminare fedelmente con Cristo. Con questa fiducia possiamo pregare dicendo: «Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me» (Sal 23,4). Questa è la novità dell’insegnamento di Gesù.
Dobbiamo tornare alla nostra autenticità, dare un esempio meraviglioso alle nostre parrocchie, alle nostre famiglie e alla società, convertendoci e affrontando con decisione i cattivi comportamenti, prima che arrivi il disastro, e migliorando il rapporto con Dio e tra di noi, con reciproco edificante altruismo, per raggiungere l’esito glorioso di Cristo: il passaggio alla risurrezione, alla vita e al rinnovamento – “ܩܝܡܬܐ ܘܚܝ̈ܐ ܘܚܘܕܬܐ” è il motto della nostra liturgia caldea – e per raggiungere la pace nel nostro mondo avvolto nelle tenebre.
Auguro un digiuno benedetto, una gloriosa resurrezione per tutti e pace per il nostro paese, l’Iraq, la nostra regione e il nostro mondo!
Louis Raphaël
patriarca dei caldei e cardinale