In questo mese di novembre, nel fare memoria dei nostri morti, si riacutizza il dolore per chi non c’è più. Ne avvertiamo la terribile e drammatica assenza e affiorano in noi ricordi e paure. Si fa forte il pensiero che un giorno ognuno di noi morirà e la paura che questo “tema” accende in noi ci abitano, con più o meno consapevolezza. Da lì nascono anche le grandi domande della vita che ci portiamo dentro: Chi è l’uomo? Chi sono io? Che senso ha la vita, la mia vita? Dopo la morte che cosa sarà? Che sarà di me?
Al cuore della fede cristiana sta la luminosa parola della resurrezione – la resurrezione di Cristo e la resurrezione di ogni carne. La fede cristiana guarda alla morte come a un passaggio dalla morte alla vita. Il cristiano accoglie la vita, tutta la vita, tutti gli eventi della vita, nella dinamica pasquale, dentro la vita stessa di Cristo.
Nell’orazione di questo giorno preghiamo il Padre “perché cresca la nostra fede nel Figlio suo, risorto dai morti, e si rafforzi la speranza che i suoi fedeli risorgeranno a vita nuova.” Questa preghiera nasce dalla meditazione della Parola del Signore di questo giorno: “Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”, dice il Signore (v. 40).
Noi pensiamo spesso che la volontà di Dio consiste in qualcosa che ci è chiesto: può darsi che questo ci inquieti e temiamo che la sua volontà contrasti con la nostra vita, il nostro desiderio di vivere. La Parola di oggi, tuttavia, ci annuncia proprio il contrario, e cioè, che la volontà di Dio consiste nel Suo desiderio che tutti e ciascuno e ciascuna abbiano la vita eterna. La parola vita eterna nel vangelo di Giovanni significa proprio la vita piena.
Dio vuole per ogni essere umano la vita in pienezza. La buona notizia cristiana sta nell’affermazione che la morte non è l’ultima parola. In Cristo risorto tutti sono promessi alla vita compiuta presso il Padre con il Cristo risorto. L’opera di Cristo, sta nel “non perdere nulla di quanto il Padre gli ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno” (v. 39). Forse abbiamo poca consapevolezza quanto la volontà di Dio è innanzitutto un dono, il dono grande della vita. Dono che Dio mai revocherà, perché Gesù Cristo è morto e risorto per noi e in lui abbiamo la vita per sempre.
Per il credente cristiano, il primo passo fondamentale della fede consiste perciò nell’accoglienza dell’annuncio meraviglioso che “Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti” (1Cor 15,20). Ma qualcuno forse dirà: Va bene che Gesù ha detto “Io sono la resurrezione e la vita” e che “Chi crede in me, anche se muore vivrà”, ma questo riguarda la vita dopo la morte, che ne è della mia vita qui e ora con le sue esperienze di morte?
La fede/fiducia nel Figlio di Dio, l’ascolto della sua Parola e la realizzazione di essa nell’amore, ti fa passare dalla morte alla vita. Ogni situazione di morte, vissuta con il Signore risorto e presente, è promessa di vita rinnovata, sempre.