La riflessione del gruppo catechistico (sintesi) a conclusione di un anno

Sabato 24 giugno a Marrubiu si è svolta la verifica conclusiva del gruppo catechistico insieme a Don Alessandro.

Abbiamo iniziato con la preghiera delle lodi mattutine, con la Comunità, affidando a Dio e a San Giovanni Battista, in occasione della Solennità della sua natività, la nostra giornata. Nessuno meglio della sua figura, che ebbe il compito di indicare in Gesù il Messia atteso, poteva accompagnare questa mattinata di riflessione e condivisione sul nostro coinvolgimento nel servizio della catechesi, in questo anno trascorso.

A guidare la nostra rilettura del nostro servizio in parrocchia, i quattro principi che Papa Francesco, in “Evangelii gaudium” ha individuato come criteri generali per interpretare e valutare tutti gli aspetti della vita umana e quindi anche quello della fede e della catechesi.

  1. Il tempo è superiore allo spazio

Una delle cose più complesse da trasmettere nel tempo storico che viviamo è il valore dell’attesa. Viviamo il tempo del tutto e subito, che ha fatto perdere all’uomo e ancora di più ai ragazzi, il valore educativo del saper attendere.       Anche nella catechesi spesso ci si demoralizza quando non da subito, si vedono i risultati di ciò che si è seminato. La natura però insegna che ogni cosa, anche il più piccolo seme ha bisogno di tempo per poter germogliare e portare frutto. Ecco allora la necessità di riappropriarci del valore del tempo, della pazienza del contadino, che aspetta il tempo della raccolta. L’attesa ha infatti un valore generativo perché non vuol dire stare fermi, ma proiettarsi pazientemente verso qualcosa di nuovo da realizzare domani. Gesù stesso dice: non tutto comprenderete ora, ma arriverà il giorno che ogni cosa sarà chiara. Ecco allora nella catechesi l’impegno, anche attraverso il prezioso coinvolgimento di altre persone, a generare processi e non ad occupare spazi che fanno emergere solo il proprio individualismo e la personale volontà di emergere. Questi sono spazi insidiosi perché limitano e imprigionano il movimento costruendo una chiusura. Dovremo invece scegliere di vivere la preziosità di un tempo, magari oggi anche imperfetto, ma che può aprirsi ad una crescita e ad un miglioramento domani grazie anche al contributo di tanti.

2. L’unità prevale sul conflitto.

Il conflitto è insito nella natura umana. Ogni incontro, qualsiasi sia l’ambito della vita, prima o poi genera anche uno scontro: di idee, di vedute o progetti. Partendo da questo presupposto, davanti ad un conflitto possiamo decidere di scappare e girarci dall’altra parte per non affrontarlo oppure accettarlo, guardarlo in faccia e tentare di risolverlo. Il conflitto quindi se accettato e vissuto, diventa un’opportunità che, pur rompendo gli equilibri, attiva anche un processo di rinascita. Nella catechesi molto spesso si generano conflitti, con sé stessi quando si devono fare delle scelte non sempre facili, con le famiglie quando non si condividono proposte e percorsi per i propri figli, con i ragazzi quando bisogna richiamare al rispetto degli impegni presi. Tuttavia, seguendo il consiglio di papa Francesco, se non si perde di vista l’unità, insieme si può, partendo dal conflitto, andare oltre per costruire una nuova comunione. Nasce da qui, anche nella catechesi, la necessaria disponibilità al confronto, al dialogo aperto e fraterno ad una tanto desiderata, ma spesso non ancora realizzata alleanza educativa tra tutti gli organi, civili e parrocchiali, impegnanti nell’accompagnare i ragazzi nella crescita.  

3. La realtà è più importante dell’idea.

Se c’è una cosa complessa nella vita, è quella di accettare la realtà per quello che realmente è. Molto spesso infatti accettare la realtà è così doloroso e così faticoso che ci si rifugia nel campo dell’idea e dell’immaginazione per trasformarla in qualcosa che non esiste, ma che ci piacerebbe tanto che esistesse. Anche nella catechesi spesso l’idea prende il sopravvento sulla realtà, perché magari ci si ispira a modelli poco realizzabili nella realtà che viviamo, che non tengono conto delle sue problematiche, dei suoi punti di forza, delle sue particolarità.

 La parola di Gesù è per tutti quelli che vogliono accoglierla, ma quella Parola deve essere portata con il “linguaggio” che quella realtà può comprendere. Deve, la parola di Gesù, potersi compiere e realizzarsi anche a Marrubiu, in quella che è la nostra particolare realtà che viviamo e partendo da questa, riscoprire come la grazia generativa del Signore tocca quotidianamente anche la nostra comunità.

4. Il tutto è superiore alla parte.

Questo principio invita ad avere uno sguardo ampio e d’insieme sulle cose e sul mondo. Invita ad avere un’apertura e un’accoglienza della diversità, dell’identità e della peculiarità di ognuno, in quanto portatore di vita nuova e nuovo potenziale per la comunità e il mondo intero. Questo principio invita quindi ad allargare gli orizzonti e gli sguardi, aprendosi al nuovo e all’oltre senza però dimenticare il particolare di sé. In parrocchia, così come in tutti gli ambiti che hanno a cuore la crescita dei ragazzi è questo un principio quanto mai fondamentale. Nello specifico della catechesi, è lo stesso Gesù che lo insegna quando dice che ognuno di noi è pensato e amato da Dio ancora prima di nascere, ogni ragazzo, ogni bambino, ognuno di noi è una parte del tutto che è Dio. Attraverso la parola di Gesù, negli incontri che facciamo dovremmo cercare di far scoprire ad ogni ragazzo o bambino che incontriamo e riscoprire in noi stesiccoli si, l’amore di Dio per lui e per ognuno di noi. Soltanto così potremo generare anche nei più piccoli il senso vero di sentirci tutti figli e fratelli. Questo lo scopo delle attività estive che saranno proposte ai ragazzi adolescenti, per ampliare lo sguardo oltre il limite della propria posizione, per scoprire nel mondo i tanti modi di vivere Gesù e di farlo presente nella vita di ogni giorno. Solo così potremo vincere quel senso di chiusura e di estraneità che ci impedisce di vivere la fraternità e la condivisione.

La rilettura dell’anno trascorso ci ha aiutati a conoscerci maggiormente e a mettere a fuoco gli obiettivi che guideranno l’azione pastorale per il prossimo anno.

Abbiamo preso maggiore consapevolezza dei limiti su cui vogliamo impegnarci perché il nostro servizio sia sempre finalizzato alla conoscenza della persona di Gesù e del suo messaggio per la nostra umanità. Abbiamo riscontrati tanti piccoli passi in avanti che hanno favorito una maggiore coesione del nostro gruppo di animazione della catechesi. Non sono sfuggite alla nostra riflessione anche alcuni limiti che abbiamo riscontrato.

Nel suo intervento conclusivo, don Alessandro, ha richiamato l’importanza della cura del proprio cammino personale per essere più incisivi nell’accompagnare le persone che in parrocchia ci vengono affidati, specialmente i bambini e i ragazzi. Il periodo estivo pone ciascuno in condizione di una gestione del tempo in modo creativo per la cura della propria formazione e la verifica delle motivazioni profonde che stanno alla base del nostro impegno in Parrocchia.

L’anno trascorso si è rivelato un tempo di grazia; abbiamo riscontrato una crescita generale nel nostro cammino di gruppo che ci porta a benedire Dio per la sua presenza in mezzo a noi. Ci accompagnano diverse perplessità <, specialmente nelle proposte fatte per il gruppo dei ragazzi adolescenti. La risposta che abbiamo riscontrato, anche dalle famiglie, non sempre è stata adeguata. Siamo infatti convinti che il sostegno alle proposte deve sostenere non tanto le proposte in sé (accolte sempre con entusiasmo dai ragazzi e dalle stesse famiglie) ma anche sul senso profondo che hanno in sé le stesse proposte, nel cammino di crescita dei ragazzi e delle famiglie. La Parrocchia del resto continua ad investire anche risorse economiche perché i ragazzi, nel corso degli anni, possano considerare la Parrocchia un significativo punto di riferimento per la loro vita.

Una mattinata di riflessione, di ascolto, di proposte concrete e anche di osservazioni. Tutto questo per orientare al meglio il nostro operato nella giusta direzione. Siamo convinti che lo Spirito sta operando misteriosamente nel segreto dei cuori e che solo Lui suscita il volere e l’operare secondo un modo di leggere la nostra storia, in una prospettiva che non sia esclusivamente in ‘orizzontale’ ma anche in ‘verticale’.

Alla luce di questa verità siamo fiduciosi che i molteplici impegni che ci attendono per il prossimo anno, siano sostenuti e condivisi da altre persone che possano condividere con noi e con tutta la Comunità, il desiderio di fare della nostra Parrocchia, un segno che rimanda alla presenza di Gesù, presenza che accompagna la nostra storia nei diversi chiaroscuri del nostro tempo.

L’incontro si è concluso con il pranzo. Attorno alla tavola e ai segni fondamentali della vita, quali quello del mangiare e del bere, la nostra umanità si rafforza e riprende vigore per continuare il proprio cammino nella fedeltà alla propria vita e a Dio presente in essa.

Il gruppo catechistico