800 anni fa il primo presepe della storia. Seguiamo l’esempio di San Francesco di Assisi

Da 800 anni le Comunità cristiane, in preparazione al Natale del Signore, allestiscono i presepi per fare una memoria storica della nascita di Gesù. Il significato del presepe è di grande importanza se accompagnato dagli spunti biblici, in particolare dai Vangeli dell’infanzia.
Anche la nostra parrocchia, quest’anno, allestirà due presepi: uno artistico offerto di recente e che sarà benedetto l’ultimo giorno della novena di Natale sabato 23 dicembre alle ore 19.00. L’altro presepe, più tradizionale, in fase di realizzazione all’esterno della Parrocchia con le statue nuove e che sarà benedetto la vigilia di Natale subito dopo la celebrazione dei Primi vespri alle ore 18.00.

Prepariamo anche noi il presepe e sostiamo anche in silenzio davanti al mistero di un Dio che si fa uomo!

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Mancavano solo due settimane al Natale del 1223 e San Francesco ebbe un’idea per celebrarlo: rappresentare la scena della nascita di Gesù a Betlemme per vedere fisicamente, con i propri occhi, come il Bambino fu adagiato in una mangiatoia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello, per osservare i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato. Chiese dunque al nobile Giovanni Velita, allora signore di Greccio, di preparare questa ricostruzione. L’uomo era molto caro al futuro santo, in quanto nella sua terra era onorato e godeva di buona fama, stimando più la nobiltà dello spirito che quella della carne. Il pio amico, ascoltata la richiesta, si prodigò subito a realizzare il disegno di Francesco nel posto designato.

Greccio, un paese incastonato tra le rocce a settecento metri di altitudine, faceva già parte della vita del Poverello di Assisi. Vi si era recato la prima volta nel 1209, per mettere fine alle calamità naturali che stavano martoriando quel luogo. Nel 1217 Velita gli chiese di passare nel centro abitato per permettere ai fedeli di ascoltare la sua parola e così Francesco iniziò la frequentazione del borgo. Borgo che gli venne in mente quando, dopo un viaggio in Palestina, pensò a un luogo che potesse fare da sfondo alla rievocazione della nascita di Gesù: Greccio gli ricordava Betlemme.

Per la mezzanotte del 24 dicembre 1223 tutto era pronto. C’era la greppia con il fieno, un bue e un asinello vennero condotti lì accanto. Molti frati da vari territori erano stati convocati, molti uomini e donne arrivarono festanti dai casolari della regione. Ciascuno, secondo le proprie possibilità, aveva portato ceri e fiaccole per illuminare la notte santa, che si accese di letizia come quando la Stella illuminò il cielo. Arrivò dunque Francesco, raggiante di felicità nel vedere che tutto era stato predisposto secondo il suo desiderio: Gesù poteva essere posto nella mangiatoia. In quell’ambiente umile, la scena risplendeva di semplicità evangelica. Ecco il primo presepe della storia.

Il frate era giunto con i paramenti diaconali, perché era diacono, e lì celebrò solennemente l’Eucaristia. Assieme agli altri cantò lodi per innalzare lo spirito al cielo, ai presenti rivolse parole dolcissime rievocando il Messia nato povero e la piccola città di Betlemme. Il suo amore per Gesù risiedeva nella sconfinata meraviglia per l’umiltà dell’Incarnazione e la carità della Passione. Tra le imponenti rupi dove riecheggiavano suoni festosi, la gente fu allietata da una gioia mai provata prima e, grazie al presepe, nel cuore di molti venne risuscitata la memoria Cristo.

Luca Frildini