«Nel percorrere il cammino quaresimale, che ci conduce verso le celebrazioni pasquali, ricordiamo Colui che “umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce” (Fil 2,8). In questo tempo di conversione rinnoviamo la nostra fede, attingiamo l’acqua viva della speranza e riceviamo a cuore aperto l’amore di Dio che ci trasforma in fratelli e sorelle in Cristo. […] Il digiuno, la preghiera e l’elemosina, come vengono presentati da Gesù nella sua predicazione (cfr Mt 6,1-18), sono le condizioni e l’espressione della nostra conversione [e] ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa.»
Papa Francesco apre così il suo messaggio per la Quaresima 2021, nel quale si sofferma su tre punti. Il primo riguarda la fede che «ci chiama ad accogliere la Verità e a diventarne testimoni, davanti a Dio e davanti a tutti i nostri fratelli e sorelle». Fare ciò significa prima di tutto lasciarci raggiungere dalla Parola di Dio, comprensibile non solo con l’intelletto, ma anche grazie all’intelligenza del cuore, in quanto il Signore ci ama prima che noi stessi ne prendiamo coscienza. Il digiuno vissuto come esperienza di privazione e semplicità ci porta a comprendere che la Verità è Cristo stesso, che assumendo fino in fondo la nostra umanità si è fatto via che conduce alla pienezza della vita. In merito al secondo punto, ovvero «la speranza come acqua viva che ci consente di continuare il nostro cammino», il Papa spiega:
«La samaritana, alla quale Gesù chiede da bere presso il pozzo, non comprende quando Lui le dice che potrebbe offrirle un’“acqua viva” (Gv 4,10). All’inizio lei pensa naturalmente all’acqua materiale, Gesù invece intende lo Spirito Santo, quello che Lui darà in abbondanza nel Mistero pasquale e che infonde in noi la speranza che non delude. […] Nel raccoglimento e nella preghiera silenziosa, la speranza ci viene donata come ispirazione e luce interiore, che illumina sfide e scelte della nostra missione […]. Vivere una Quaresima con speranza vuol dire sentire di essere, in Gesù Cristo, testimoni del tempo nuovo, in cui Dio “fa nuove tutte le cose” (cfr Ap 21,1-6).»
L’ultimo punto toccato dal pontefice riguarda «la carità, vissuta sulle orme di Cristo, nell’attenzione e nella compassione verso ciascuno, […] la più alta espressione della nostra fede e della nostra speranza». Essa è uno slancio del cuore che ci fa uscire da noi stessi, un dono che genera il vincolo della condivisione e della comunione con l’altro. Anche il poco, se condiviso con amore con chi si trova in condizioni di sofferenza, abbandono o angoscia, si trasforma in riserva di vita e di felicità. L’appello di Papa Francesco a vivere la Quaresima come percorso di conversione, preghiera e condivisione ci deve aiutare a rivisitare la fede che viene da Cristo vivo, la speranza animata dal soffio dello Spirito e l’amore inesauribile che nasce dal cuore misericordioso del Padre.