Con la domenica di Pentecoste, portiamo a compimento la celebrazione della Pasqua nel suo 50° giorno.
Nel tardo pomeriggio, alle ore 19.00 la Comunità si riunirà per la conclusione del tempo pasquale con la celebrazione dei secondi vespri e il Rito dello spegnimento del Cero pasquale.
A conclusione dei vespri, ci si disporrà attorno al cero per una preghiera di lode durante la quale si spegnerà il Cero e riportato nel nel suo luogo proprio: il Battistero.
Questo rito, anche se non è contemplato in nessun libro liturgico, in questi ultimi anni si è diffuso in molte Comunità.
Lo spegnimento del Cero ha una forte carica simbolica e contribuisce alla valorizzazione di questo elemento pasquale che, nella grande veglia “madre di tutte le veglie”, benedetto e acceso all’inizio della celebrazione dal fuoco vivo, ci aiuta a contemplare il risorto, luce del mondo, e brillando di luce naturale apre il corso di tutte le celebrazioni pasquali.
Nel canto dell’exultet, il significato simbolico del Cero pasquale viene rimarcato con una forte insistenza.
Come l’accensione del Cero pasquale è avvenuta in modo solenne e simbolico (luce/tenebre), così pure il suo spegnimento, vuole mettere in risalto che il dono dello Spirto che si rinnova per tutta la Chiesa, supera ogni simbolo materiale e si rende evidente nella testimonianza dei credenti nel mondo, chiamati a essere luce vera del Cristo.
La benedizione del Signore che invocheremo a conclusione dei secondi vespri confermerà il dono di grazia ricevuto da ciascuno nel Battesimo per essere nel mondo testimoni credibili della Risurrezione del Signore.
Subito dopo la celebrazione dei vespri
siamo tutti invitati a vivere un momento di fraternità nel sagrato parrocchiale.
Importanza del Cero pasquale nella Pentecoste
Nella grande veglia pasquale “madre di tutte le veglie”, in cui celebriamo il memoriale della Pasqua e facciamo l’esperienza della liberazione dalla schiavitù del peccato, viene solennemente benedetto il Cero, simbolo pasquale per eccellenza.
Acceso dalla luce di un fuoco vivo benedetto, simbolo della Luce che ha portato Cristo nelle tenebre in cui era il mondo, reso schiavo dalla paura della morte, esso è fondamentale anche per la benedizione del fonte battesimale: fuoco e acqua sono i simboli della vittoria di Cristo sulla morte.
L’importanza del cero pasquale, si evince anche dall’ampio spazio che gli dedica l’antico inno dell’Exultet – riportato nel Messale Romano – che annuncia il glorioso evento della Risurrezione di Gesù. È per questo che, nella storia, questi inni pasquali venivano anche chiamati Laus Cerei.
In questa notte di grazia accogli, Padre santo,
il sacrificio di lode, che la Chiesa ti offre per mano dei suoi ministri,
nella solenne liturgia del cero, frutto del lavoro delle api, simbolo della nuova luce.
Riconosciamo nella colonna dell’Esodo gli antichi presagi di questo lume pasquale
che un fuoco ardente ha acceso in onore di Dio.
Pur diviso in tante fiammelle non estingue il suo vivo splendore,
ma si accresce nel consumarsi della cera che l’ape madre ha prodotto
per alimentare questa preziosa lampada.
Ti preghiamo, dunque, Signore, che questo cero, offerto in onore del tuo nome
per illuminare l’oscurità di questa notte, risplenda di luce che mai si spegne.
Salga a te come profumo soave, si confonda con le stelle del cielo.
Lo trovi acceso la stella del mattino, questa stella che non conosce tramonto:
Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti fa risplendere sugli uomini la sua luce serena
e vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.
Con la solennità di Pentecoste, che porta a compimento la celebrazione della Pasqua e ne rivela il suo fine, la Chiesa si apre al dono dello Spirito Santo che testimonia la presenza del risorto nella vita.
Perché tutta questa importanza a questo gesto dello spegnimento del Cero?
Ciò è bene espresso dalla monizione che il presbitero pronuncia prima dello spegnimento del Cero:
fratelli e sorelle, nella notte che ha dato inizio al “lietissimo spazio” del tempo pasquale, giorno di 50 giorni, accendendo il cero, abbiamo acclamato a Cristo nostra luce. E la luce del cero pasquale ci ha accompagnati in questi 50 giorni e ha contribuito non poco a farci ricordare la grande realtà del Mistero pasquale. Ora, al chiudersi del tempo pasquale, con i secondi vespri di Pentecoste, il cero viene spento.
Questo segno ci è tolto, anche perché, allenati alla scuola del Maestro Risorto e infuocati dal dono dello Spirito Santo, ormai dobbiamo essere noi luce di Cristo che s’irradia, che come colonna luminosa passa nel mondo, in mezzo ai fratelli, per guidare nell’esodo verso la terra promessa. Vedremo ancora, nel corso dell’anno liturgico, risplendere la luce del cero pasquale soprattutto in due importanti momenti del cammino della Chiesa: per la prima Pasqua che vivranno i suoi figli col Battesimo, e per l’ultima Pasqua, quando con la morte, faranno ingresso nella vera vita, quella che non muore.
Lo spegnimento del Cero, in modo solenne e comunitario, diventa un segno fortemente evocativo nella fede di Gesù risorto, presente nell’oggi della nostra vita. Siamo noi fiamma viva della sua presenza nel mondo e nella storia.
Ringraziamo il Signore che anche quest’anno, ci ha dato la grazia di celebrare il mistero della Pasqua e continua a ricolmare la nostra vita della forza dello Spirito Santo.
don Alessandro