Che Pasqua celebriamo?

«Che senso avranno le nostre Pasque e questo cantare ancora salmi, se ci troviamo conniventi con gli stessi Faraoni? O Chiese!….», così scrive il monaco poeta David Maria Turoldo nel suo libro sui Salmi che uso per la mia preghiera quotidiana. Domanda esplosiva questa di Turoldo per le nostre Pasque, ma specialmente per la Pasqua di quest’anno che non possiamo celebrare solennemente nelle nostre Chiese per l’emergenza coronavirus.

È un momento importante per riflettere su cosa significa celebrare la Pasqua, soprattutto per noi Chiese d’Occidente. Come possiamo celebrare Pasqua, festa di liberazione dalla schiavitù, quando noi viviamo dentro un sistema economico-finanziario che permette a pochi di avere quasi tutto sulla pelle di miliardi di impoveriti con milioni di morti di fame all’anno?

I recenti dati di Oxfam sono impietosi: 2mila miliardari hanno tanto quanto quattro miliardi e mezzo della popolazione mondiale. Questo sistema permette che il 10% della popolazione mondiale consumi da solo il 90% dei beni prodotti dal mercato, creando la gravissima crisi ambientale che già oggi uccide 8 milioni di persone all’anno. E perché siamo così terrorizzati dal coronavirus, mentre questo Sistema ne ammazza molte di più senza che questo ci disturbi?

La crisi ecologica costituisce una minaccia alla stessa sopravvivenza dell’homo sapiens, eppure i nostri governi non riescono a prendere decisioni serie per passare dal carbone o dal petrolio al solare. Non ci dovrebbe spaventare tutto questo scenario più del Covid-19?

E poi questo Sistema profondamente ingiusto può reggersi solo perché chi ha è armato fino ai denti, soprattutto con armi nucleari. «Le armi nucleari – diceva il grande vescovo di Seattle, Raymond G. Hunthausen – proteggono i privilegi e lo sfruttamento. Rinunciare ad esse significherebbe che dobbiamo abbandonare il nostro potere economico sugli altri popoli».

Per capire l’importanza capitale delle armi per difendere questo Sistema, basta rileggere i dati delle spese militari nel 2019 preparati dal Sipri. Lo scorso anno, a livello mondiale, abbiamo speso 1.822 miliardi di dollari, pari a circa cinque miliardi di dollari al giorno. L’Italia ha speso ben 27 miliardi di dollari. Nonostante le proteste, tutti i nostri governi, in questo decennio, hanno trovato i soldi per comperare i 90 aerei F-35 (che possono portare bombe atomiche!) che ci costeranno 130 milioni cadauno. Ed ora, in piena crisi di coronavirus, con la chiusura di fabbriche non essenziali, il governo decide che il settore militare è «strategico» e quindi i lavoratori nelle fabbriche d’armi devono continuare a produrre! Allora mi chiedo: «C’è qualche connessione “diabolica” tra i nostri governi e le armi?».

Tutte queste armi servono a fare sempre nuove guerre che provocano milioni di morti (6 milioni di morti solo nelle guerre in Congo!). E perché ci terrorizzano così tanto le morti per Covid-19 e non tutti questi milioni di morti, vittime di guerre ingiuste come in Iraq, in Afghanistan, ecc.?

Ma soprattutto mi spaventa il fatto che i nostri governi con il nostro consenso si siano arresi alla necessità di una difesa nucleare, sotto l’egida della Nato (lo scorso anno la Nato ha speso mille miliardi di dollari in armi!). Ed ora gli Usa, con l’approvazione del nostro governo, ci invieranno le nuove e più potenti bombe atomiche che rimpiazzeranno la settantina di quelle vecchie, stoccate a Ghedi e ad Aviano. Non solo, ma ci invieranno anche i missili nucleari a gittata intermedia con base a terra (come quelli di Comiso). Eppure papa Francesco è stato categorico lo scorso dicembre a Hiroshima: «Come possiamo proporre pace, se usiamo continuamente l’intimidazione bellica nucleare? È immorale il possesso di armi atomiche!».

È paradossale e tragico dover notare che ci siamo armati fino ai denti contro il Nemico (quale?), mentre siamo colpiti da un “moscerino”’ che, come dice il dott. Gianni Tamino, «è una reazione allo stato di stress che abbiamo causato al pianeta». Un virus che forse ha mietuto ancora più vittime nel nostro Paese perché abbiamo smantellato la Sanità pubblica, dandola in pasto ai privati. In dieci anni i nostri governi hanno tagliato ben 37 miliardi di euro privando i nostri ospedali tra i 40/70 mila posti letto. Quando decideremo di investire in sanità, scuola e welfare e non in armi?

E l’amara conseguenza di questo Sistema economico finanziario, militarizzato nonché ecocida, è che provoca milioni di profughi in fuga dai loro Paesi. L’Italia e l’Europa potranno “curarsi” anche dalla “globalizzazione dell’indifferenza”, solo se ascolteranno il grido disperato dei profughi che premono alle nostre frontiere e domandano di entrare: sono i nuovi “Lazzari” davanti alle porte chiuse del nostro Palazzo.

Davanti a questi scenari, noi cristiani come possiamo celebrare la Pasqua di liberazione se siamo conniventi con i nuovi faraoni? Ora come comunità cristiane non ci resta che fare nostra quella straordinaria confessione di peccato fatta da papa Francesco il 27 marzo scorso in quella piazza S. Pietro vuota: «Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sani in un mondo malato».

«Esci, popolo mio, da Babilonia», gridava il profeta dell’Apocalisse alle prime comunità cristiane dell’Asia Minore. Anche noi, se vogliamo salvarci, dobbiamo uscire dal Sistema di morte in cui siamo intrappolati. Questa è la nostra Pasqua!

Alex Zanotelli – Napoli, domenica delle Palme 2020