Carissimi presbiteri,
in alcune parrocchie della nostra Arcidiocesi si assiste, sempre più
frequentemente, soprattutto in occasione di feste popolari, sagre paesane ed eventi
di folklore, all’utilizzo di locali e strutture parrocchiali (anche di chiese) per scopi che
sono del tutto estranei al culto e alla pastorale, per giunta senza alcuna
autorizzazione dell’Ordinario diocesano o della Curia.
Onde evitare abusi e, al solo scopo di preservare la sacralità dei luoghi di culto
e degli ambienti liturgici e pastorali, desidero richiamare tutti i parroci all’osservanza
di quanto stabilito dall’ultimo Sinodo Arborense (p. 117): Le chiese sono
essenzialmente destinate all’esercizio e alla promozione del culto, della pietà, della
religione. Altri usi, in genere, non ne garantiscono adeguatamente il dovuto rispetto,
la buona conservazione e il pubblico godimento. […] Le mostre di «arte sacra» e le
mostre in genere, di norma, non siano realizzate in chiese aperte al culto, ma in altri
ambienti o in chiese non più̀ adibite al culto, perché́ tali iniziative non appaiano in
contrasto con il carattere del luogo. Nelle chiese non parrocchiali aperte al culto
possono essere ospitate mostre di “arte sacra” o di altra natura, purché́ siano di
effettiva utilità pastorale per un’educazione umana in senso cristiano e in una
prospettiva culturale-spirituale propedeutica alla fede, previa l’autorizzazione
dell’Ordinario e l’osservanza delle norme civili. L’allestimento e la visita a tali mostre
non dovrà̀ disturbare lo svolgimento di eventuali celebrazioni liturgiche.
A tal fine chiedo a tutti i parroci di adeguarsi alle norme sinodali, mettendo a
disposizione eventualmente altri spazi di proprietà della parrocchia per esposizioni,
mostre e altri eventi culturali o folkloristici, al fine di salvaguardare gli spazi e gli
ambienti liturgici e aiutare i fedeli nella crescita della fede.
Per quanto riguarda i concerti corali, strumentali o di musica sacra, da tenersi nelle
chiese (specie in quelle parrocchiali), si richieda sempre l’autorizzazione
dell’Ordinario diocesano, presentando per tempo apposita domanda con allegato
l’elenco dei canti (se in lingua non italiana con la traduzione) e dei brani da eseguire.
Ricordo che non sono ammessi canti e brani contrari alla fede e alla decenza.
Oristano 15 ottobre 2024
+ Roberto Carboni
arcivescovo di Oristano e vescovo di Ales-Terralba