Gli Esercizi Spirituali: una palestra che ci rende vivi nello SS

Da lunedì 4 fino a venerdì 8 novembre 2024, sarò assente dalla Parrocchia per partecipare ad un corso di esercizi spirituali a Laconi, con diversi preti della nostra diocesi e della diocesi di Ales-Terralba.
Sarà presente anche il nostro vescovo padre Roberto, anche se la guida degli Esercizi sarà affidata ad un diacono permanente della diocesi di Iglesias, Nico Grillo.

Il compito di annuncio del vangelo espone, noi preti in particolare, a vivere una sproporzione pericolosa tra parola ascoltata (essere) e parola predicata (fare). L’ascolto e la predicazione devono essere ben calibrate perché la Parola di Dio possa agire in totale autonomia e raggiungere il cuore non solo di chi ascolta, ma anche di chi predica.

Anche il Codice di Diritto canonico contempla l’obbligo, per i presbiteri, di un tempo di Esercizi Spirituali, perché potenziando la dimensione spirituale della propria vita attraverso l’ascolto e la preghiera, siano posti in condizioni di dedicarsi all’annunzio del Vangelo.

Ma che cosa sono in pratica gli Esercizi Spirituali?

Una definizione autorevole ce la offre Sant’Ignazio di Loyola, nella sua prima annotazione sul testo Esercizi Spirituali: “Con il termine di esercizi spirituali si intende ogni forma di esame di coscienza, di meditazione, di contemplazione, di preghiera vocale e mentale, e di altre attività spirituali, come si dirà più avanti. Infatti, come il passeggiare, il camminare e il correre sono esercizi corporali, così si chiamano esercizi spirituali i diversi modi di preparare e disporre l’anima a liberarsi da tutte le affezioni disordinate e, dopo averle eliminate, a cercare e trovare la volontà di Dio nell’organizzazione della propria vita in ordine alla salvezza dell’anima” (sant’Ignazio di Loyola, prima annotazione negli Esercizi Spirituali).

La dimensione fisica, emotiva, psicologica, intellettiva, volitiva hanno bisogno di essere stimolate e ‘allenate’ per una maggiore integrazione e interazione della nostra umanità. Così anche la dimensione spirituale, ossia la dimensione più profonda di noi stessi, ha bisogno di essere predisposta, allenata,  per una percezione della realtà ‘spirituale’, quella realtà profonda e unificante di tutto il nostro essere.

La dimensione spirituale è quella che l’uomo scopre in se e lo rende capace, grazie allo SS,  di conoscersi profondamente e di rapportarsi alla realtà circostante a questo livello. E’ quindi una dimensione che favorisce e permette un incontro profondo, reale,  capace di superare il limite della materialità e sensorialità. La dimensione spirituale è più profonda della dimensione psicologica, e dispone la nostra umanità a fare esperienza del ‘soprannaturale’, ossia di tutto ciò che va oltre la nostra naturalità.

San Paolo, nelle sue lettere, in particolare nella lettera ai Romani e nella 1^ lettera ai Corinti, afferma che nella dimensione spirituale, l’uomo non solo fa esperienza autentica di se stesso ma, attraverso lo Spirito Santo, riconosce in Lui la stessa presenza di Dio.

Concretamente, gli Esercizi Spirituali, comprendono ed esprimono, vari metodi di preghiera, il cui scopo è attivare o riattivare le nostre facoltà interiori all’ascolto di Dio, così da raggiungere, gradualmente, due importanti finalità che ci consentono di progredire nella vita spirituale:

  1. Finalità purificativa, intesa non solo in senso morale, ma come alleggerimento da tutto ciò che soffoca le esigenze più profonde della nostra umanità. Convive in noi l’istintiva adesione non solo a ciò che giova ma anche a ciò che piace e soddisfa immmeditamente… Gli Esercizi, allenano a scoprire una prospettiva nuova possibile al nostro troppo umano ‘sentire’ e attivare, grazie agli impulsi misteriosi dello Spirito Santo, quel ‘discernimento’ che, attraverso un processo progressivo di purificazione, ci predispone trattenere in noi stessi ciò che ci ‘umanizza’ e a liberarci da tutto ciò che appesantisce e soffoca. In ciascuno di noi si sedimentano tensioni, inclinazioni, abitudini che contrastano quel processo di vera umanizzazione, impedendoci di riconoscere in noi stessi i desideri e i bisogni più profondi che ci abitano. I primi difformi alla volontà di Dio perché non orientati al vero bene, i secondi conformi alla volontà di Dio perché ci realizzano nella nostra umanità secondo il volere di Dio.
  2. Finalità unitiva: ci permette di sperimentare una profonda armonia con la verità profonda di noi stessi, realtà che spesso misconosciamo. In ciascuno di noi c’è un potenziale di bene e una ricchezza di risorse (carismi), di cui spesso ne ignoriamo l’esistenza. Gli Esercizi ci consentono di avvicinarci a questo nostro mondo interiore abitato dallo Spirito, che diventa il luogo della dimora di Dio, non fuori di noi ma in noi stessi. Lungi dall’essere quindi esperienza di alienazione umana, ma al contrario, una forte esperienza, che a volte può apparire ‘sconvolgente’ ma che consente di collaborare con lo Spirito Santo per riordinare la propria vita secondo Dio. Questa finalità ‘unitiva’, comporta, una forma di distacco da tutto ciò che subissa la nostra sensorialità: immagini, parole, incontri, relazioni tossiche ecc. Una presa di distanza dalle solite occupazioni favorisce il nostro convergere verso quella parte più vera di noi stessi, dalla quale solitamente siamo distolti.

In sintesi, l’esperienza degli Esercizi Spirituali riattiva quel bisogno profondo di verità e di libertà attraverso il riconoscimento di tutte quelle barriere, menzogne e illusioni, presenti in noi e che ci portano ad un approccio falsato con la realtà.

Cosa si fa negli Esercizi spirituali?

Si prega.
Una preghiera che limita ogni eccesso di verbosità e riconosce il primato dell’Ascolto di Dio.
Negli Esercizi spirituali (specialmente nello stile ignaziano) si viene accompagnati e introdotti a una metodologia di preghiera molto disciplinata e scandita secondo punti da attraversare uno dopo l’altro, così da coinvolgere in modo integrale e armonico tutte le facoltà interiori: la memoria che ricorda i brani biblici proposti, l’immaginazione che evoca la scena ivi descritta e vi applica la sensorialità, l’intelletto che si sofferma e approfondisce, l’affettività che assapora, la volontà che decide, ecc. Il frutto di questo lavorio spirituale è poi quotidianamente condiviso e monitorato nei colloqui con la guida che accompagna l’esercitante.
Tutto questo “risveglia” la nostra anima, e le permette di vedersi dal punto di vista di Dio su di lei, facendola a tornare a respirare davvero, almeno per un po’, prima che la polvere del tran tran feriale torni a coprirla – ed ecco perché è importante, finiti gli Esercizi spirituali, riuscire a custodirne la fiammella nella quotidianità. In effetti gli Esercizi servono a ben poco, se non ci inducono a vederne la necessità nel quotidiano: Gesù è stato quaranta giorni nel deserto, ma poi ogni mattina si ritirava prima dell’alba in un luogo deserto a pregare (cfr. Mc 1, 35).

Vi chiedo di pregare per me e per tutti  i preti con i quali condividiamo questo importante momento di ascolto. La Parola di Dio alimenti in ciascuno quella forza che ci consente di spendere la nostra vita secondo Dio.