La convivenza possibile tra intelligenza umana e intelligenza artificiale

Fonte: https://www.retesicomoro.it

I Dicasteri per la Dottrina della Fede e per la Cultura e l’Educazione hanno pubblicato sull’argomento la nota “Antiqua et nova”.

«Con antica e nuova sapienza (cf. Mt 13,52) siamo chiamati a considerare le odierne sfide e opportunità poste dal sapere scientifico e tecnologico, in particolare dal recente sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA)». Inizia così il nuovo documento realizzato dal Dicastero per la Dottrina della Fede e da quello per la Cultura e l’Educazione intitolato Antiqua et nova. Nota sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana. Il suo obiettivo è quello di affrontare le questioni antropologiche ed etiche sollevate dall’IA, in quanto uno degli scopi di questa tecnologia è di imitare l’intelligenza umana che l’ha progettata e «tale dono dovrebbe trovare espressione attraverso un uso responsabile della razionalità e della capacità tecnica a servizio del mondo creato». La questione è urgente, per cui tutti coloro che hanno l’incarico di trasmettere la fede (genitori, insegnanti, sacerdoti, vescovi…), ma non solo, devono comprendere come questa novità scientifica e tecnologico debba essere diretta al servizio della persona e del bene comune.

La Nota spiega che cos’è l’IA, per poi soffermarsi sull’intelligenza nella tradizione filosofica e teologica, toccando temi quali la razionalità, l’incarnazione, la relazionalità, la relazione con la Verità, la custodia del mondo, la comprensione integrale dell’intelligenza umana e i limiti dell’IA. Una sezione è dedicata al ruolo dell’etica nel guidare lo sviluppo e l’uso dell’IA, partendo dalla domanda su come essa possa essere compresa all’interno del disegno di Dio. Siccome l’IA è frutto dell’intelligenza umana, dono del Signore, può essere accolta con gratitudine se utilizzata con fini positivi e con responsabilità morale: «L’impegno a che l’IA sempre sostenga e promuova il valore supremo della dignità di ogni essere umano e la pienezza della sua vocazione è un criterio di discernimento». Il documento si sofferma quindi su questioni specifiche che possono avere a che fare con l’intelligenza artificiale: la società, le relazioni umane, economia e lavoro, la sanità, l’educazione, disinformazione, deepfake e abusi, privacy e controllo, la protezione della casa comune, la guerra, il rapporto dell’umanità con Dio.

Nella riflessione finale la Nota rileva come decisivo «saper valutare criticamente le singole applicazioni nei contesti particolari, al fine di determinare se esse promuovano o meno la dignità e la vocazione umane e il bene comune». Dunque, per impedire «che i progressi della scienza rimangano umanamente e spiritualmente sterili, si deve andare oltre la mera accumulazione di dati e adoperarsi per raggiungere una vera sapienza», quella del cuore. Solo così «i credenti saranno in grado di operare come agenti responsabili capaci di usare questa tecnologia per promuovere una visione autentica della persona umana e della società, a partire da una comprensione del progresso tecnologico come parte del disegno di Dio per la creazione: un’attività che l’umanità è chiamata a ordinare verso il Mistero Pasquale di Gesù Cristo, nella costante ricerca del Vero e del Bene».

Clicca qui per leggere Antiqua et nova. Nota sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana