Programma quarantore per Marrubiu e Sant’Anna

Carissimi parrocchiani,
il tempo delle Quarantore che ci viene offerto in questo tempo, è un invito a sostare, fermarci, riflettere ancora e sollevare in alto lo sguardo.

Stiamo toccando con mano che i problemi di questo tempo stanno provando la nostra fede stano facendo affiorare ciò che non abbiamo il coraggio di guardare con coraggio: il nostro.

Lo scorso anno, papa Francesco, così si è espresso:

“In questo anno contrassegnato dall’isolamento e dal senso di solitudine causati dalla pandemia, più volte si è riflettuto sul senso di appartenenza che sta alla base di una comunità. Il virus ha scavato nel tessuto vivo dei nostri territori, soprattutto esistenziali, alimentando timori, sospetti, sfiducia e incertezza. Ha messo in scacco prassi e abitudini consolidate e così ci provoca a ripensare il nostro essere comunità. Abbiamo capito, infatti, che non possiamo fare da soli e che l’unica via per uscire meglio dalle crisi è uscirne insieme – nessuno si salva da solo, uscirne insieme –, riabbracciando con più convinzione la comunità in cui viviamo. Perché la comunità non è un agglomerato di singoli, ma la famiglia in cui integrarsi, il luogo dove prendersi cura gli uni degli altri, i giovani degli anziani e gli anziani dei giovani, noi di oggi di chi verrà domani. Solo ritrovando il senso di comunità, ciascuno potrà trovare in pienezza la propria dignità”.

(Discorso di Papa Francesco ai partecipanti all’incontro promosso dall’Ufficio Catechistico Nazionale della CEI).

Queste parole del Papa rivelano una forte denuncia che mette in luce il pericolo mortale del virus che ci allontana dalla Comunità con paure più o meno comprensibili ma che, in ogni caso, rivelano la fallace illusione di poter stare al sicuro da soli, al riparo da qualsiasi rischio di contagio. In realtà, quando prendiamo le distanze dai fratelli e dalla Comunità, il virus, purtroppo,ha già provocato i suoi terribili effetti.

Invito tutta la Comunità, in particolare tutti i Collaboratori, a recuperare lo sguardo illuminato dalla luce che illumina, che recupera la trasparenza dell’anima e alimenta la speranza del domani.

Nei prossimi giorni delle Quarantore don Antonello neo presbitero e don Alessandro Floris, ci aiuteranno a coltivare la dimensione interiore della preghiera, intesa come ascolto e riconoscimento del nostro peccato: l’umile e sincera confessione non ci umilia o deprime ma commuove il cuore di Dio Padre.

Non fermiamoci in questa salutare corsa verso la Pasqua, una corsa resa resa possibile solo dalla forza dello sguardo d’amore del Padre che ci strappa da paure e da ogni forma di paralisi interiore.

Con la speranza che le Quarantore siano giorni di grazia per tutti voi, vi assicuro il mio caro ricordo confidando nella vostra preghiera anche per me.

Marrubiu, 24 marzo 2022

don Alessandro