Processioni: orientamenti e norme pastorali per le due diocesi

ARCIDIOCESI DI ORISTANO
DIOCESI DI ALES-TERRALBA
REGOLAMENTO PER LE PROCESSIONI

          A.     ORIENTAMENTI E NORME PASTORALI  

  1. Il rito della processione è profondamente radicato nell’animo popolare tanto da essere praticato in tutte le religioni di tutti i tempi. Con tale rito una comunità vuole esprimere i propri sentimenti di devozione a Dio oltre che di venerazione ai Santi che sono stati discepoli fedeli di Cristo e che, attraverso la testimonianza della loro vita, ci stimolano a rispondere al Signore e a dare pubblica testimonianza della nostra fede. La processione ha costituito nel passato e può essere ancora oggi un mezzo efficace per esaltare la propria identità religiosa e la propria coesione interna.
  • Sotto il profilo teologico “si dovrà mettere in luce che la processione è un segno della condizione della Chiesa, popolo di Dio in cammino che, con Cristo e dietro Cristo, consapevole di non avere in questo mondo una stabile dimora (cf  Eb 13,14), marcia per le vie della città terrena verso la Gerusalemme celeste; segno anche della testimonianza di fede che la comunità cristiana deve rendere al suo Signore anche nell’ambito della società civile; segno infine del compito missionario della Chiesa, la quale sin dagli inizi, secondo il mandato del Signore (cf  Mt 28, 19-20), si è messa in marcia per annunciare per le strade del mondo il Vangelo della salvezza.
  • Sotto il profilo liturgico, nello spirito di un ricuperato rapporto armonico tra la pietà popolare e la stessa liturgia, le processioni si dovranno orientare verso la celebrazione della Liturgia: presentando il percorso come cammino della Comunità cristiana vivente nel mondo verso la Chiesa che dimora nei cieli. Siano svolte sotto la presidenza di un ministro ordinato che, in pieno accordo con i fedeli, vigilerà perché siano evitate manifestazioni irrispettose e non adatte, e stabilirà lungo il tragitto opportuni momenti di preghiera e di proclamazione della Parola di Dio.  Sia valorizzato il canto, ad esempio quello del Rosario in sardo o italiano, e l’apporto di strumenti musicali (banda musicale, launeddas, etc.). Siano concluse con una preghiera dossologica a Dio, fonte di ogni santità, e con la benedizione impartita dal Vescovo, dal presbitero o dal diacono. Nelle processioni più solenni si può concludere, nella Chiesa o nel piazzale – se è già consuetudine – con la Benedizione Eucaristica.
  • Sotto il profilo antropologico si dovrà evidenziare il significato della processione quale «cammino compiuto insieme». Coinvolti nello stesso clima di preghiera, uniti nel canto, volti all’unica meta, i fedeli si scoprono solidali gli uni con gli altri, determinati a concretizzare nel cammino della vita gli impegni cristiani espressi simbolicamente nel partecipare alla processione.
  • Strutturate secondo questi tre profili, le processioni, pur nella nostra società distratta ed individualistica, potranno ricuperare il loro carattere corale e comunitario, e non perderanno quella nota di festosità che potrà toccare il cuore di tutti, anche di chi vive nell’indigenza e nella precarietà.

B.  DISCIPLINA E SVOLGIMENTO

  1. La buona riuscita della processione dipende dalla preparazione remota e prossima, svolta con il Comitato della festa, con la comunità, con gli animatori liturgici, con i ministranti, con il servizio dei volontari. Non potrà essere significativa e opportuna una processione dove non vi sia concorso di popolo ed il raccoglimento generale dei fedeli.  
  2. Le processioni religiose, pertanto, si svolgano con ordine e serietà così da onorare veramente il Signore e i Santi suoi testimoni, e da edificare il popolo, attraverso un itinerario significativo. Non si tratta di cortei folkloristici, marce civili, o spettacoli a soggetto religioso. L’itinerario, sentito anche il parere del Comitato, venga stabilito dal Parroco e dal Consiglio Pastorale, anche in considerazione dei tempi necessari per percorrerlo, senza privilegiare passaggi obbligati dinanzi ad abitazioni prestabilite e, possibilmente, sia modificato di anno in anno per favorire maggior coinvolgimento della popolazione. L’itinerario venga comunicato in tempi utili ai fedeli.
  3. Si evitino, per quanto possibile, soprattutto d’estate, processioni sotto un sole cocente. Dove è possibile, è consigliabile svolgere le processioni alla sera per renderle spiritualmente più proficue e fisicamente più partecipate.
  4. Si devono svolgere, di norma, nei confini della parrocchia. Nei luoghi dove operano più parrocchie, si rispettino le legittime consuetudini, con l’intesa e la collaborazione dei parroci interessati. 
  5. Nel corso dell’anno le processioni non siano troppo frequenti, a discapito della vita liturgica e sacramentale. Non è consentito introdurre nuove processioni, cioè non legate alla tradizione e alle consuetudini ancora vive, senza l’autorizzazione dell’Ordinario.
  6. I portatori delle statue (uomini e donne) siano prevalentemente fedeli che vivono la vita della parrocchia, o appartengano alla Confraternita o siano gli stessi componenti del Comitato, preventivamente preparati. È compito del parroco, magari in collaborazione con il Comitato della festa debitamente costituito, vigilare sulla scelta di tali persone.

C. ORDINAMENTO RITUALE E PASTORALE

  1. Il clero, a cui spetta presiedere e guidare la processione, intervenga con le vesti liturgiche previste (vedi n. 335-347. Ordinamento generale del Messale Romano) e sia di esempio ai fedeli nella partecipazione e nella pietà.
  2. Le Confraternite e le Pie associazioni partecipino convenientemente ordinate e procedano con le proprie insegne.
  3. Durante il percorso, da svolgersi in clima di sacralità visibile, si alternino sapientemente canti, preghiere, brani biblici ed eventualmente musica sacra, offerta dalla banda musicale.  Ci siano anche, di tanto in tanto, brevi pause di silenzio, che favoriscano la riflessione personale. Ove è possibile si provveda ad una idonea amplificazione che favorisca la partecipazione attiva di tutti i fedeli.
  4. I complessi bandistici eseguano brani adatti al contesto sacro e accompagnino il canto dei fedeli, alternandosi con le preghiere del popolo e del clero. Non possono, però, suonare in chiesa.
  5. Durante la processione non è consentito svolgere in chiesa altre azioni liturgiche.
  6. La processione inizi con una adeguata esortazione ai fedeli. Nel caso che si inviti un predicatore per la Messa, esso sia scelto dal parroco dopo aver sentito le proposte del Comitato.
  7. Si concluda con la preghiera comune e la benedizione del sacerdote (cf. Benedizionale). Si preferisca riservare la benedizione eucaristica per la solennità del Corpus Domini, se già non fosse entrata nella consuetudine di altre processioni.
  8. La processione non si concluda immediatamente con la celebrazione della Messa, ma secondo le indicazioni del Benedizionale. 

D. ADEMPIMENTI CANONICI E CIVILI

  1. Ogni nuova processione, che cioè non faccia parte della tradizione di una parrocchia, tranne quelle strettamente liturgiche (Corpus Domini, Domenica della Palme) o la tradizionale processione del Venerdì Santo, deve essere preventivamente autorizzata dalla Curia diocesana. 
  2. L’avviso per le processioni, formulato con apposito modulo, a norma degli artt. 24 e 25 del T.U. della Legge di Pubblica Sicurezza, e munito del nulla osta della Curia diocesana, deve essere indirizzato al Sindaco o all’autorità di P.S. almeno quindici giorni prima della data del suo svolgimento, con segnalazione dettagliata del percorso, del numero di partecipanti previsto e delle eventuali soste.
  3. Se la festa prevede manifestazioni esterne, si mantenga il carattere di decoro e sobrietà, evitando eccessi e tutto ciò che può contrastare con il significato religioso della festa.
  4.  Si rammenta ai parroci l’obbligatorietà di una polizza assicurativa per la responsabilità civile che comprenda anche le celebrazioni all’esterno della chiesa, nonché le processioni e qualunque altra manifestazione a carattere religioso, promossa dalla Parrocchia stessa. I comitati per i festeggiamenti, fatta salva la mera organizzazione della festa, non hanno abitualmente una responsabilità civile, che viceversa ricade sempre sulla parrocchia.

         E.      SPECIALI PROCESSIONI E RITI DEVOZIONALI E VOTIVI

 a) Processione del Corpus Domini

 Tra le processioni si distingue, per importanza e per significato nella vita pastorale della parrocchia o della città, quella annuale della solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Il popolo con questo gesto rende pubblica testimonianza di fede e di venerazione verso il Santissimo Sacramento (cf.  Istr. Euchar. Myst. n. 59).

  1. Nell’organizzazione della processione si tenga conto delle consuetudini locali sia per l’addobbo delle vie e delle piazze, sia per stabilire l’ordine di quanti vi partecipano.
  2. Nel corso della processione, se la consuetudine lo comporta, e se lo consiglia il bene pastorale, si possono fare anche delle stazioni o soste con la benedizione eucaristica.
  3. Nei centri urbani con più parrocchie la processione sia unica, come segno dell’unità della Chiesa intorno all’Eucaristia; vi partecipi tutto il presbiterio locale e sia presieduta alternativamente di anno in anno da uno dei parroci.  

b) Processione e pii esercizi del Venerdì Santo e della Domenica di Resurrezione

  1. La processione del Cristo morto e dell’Addolorata si svolga esclusivamente dopo e a completamento della celebrazione della Passione del Signore del venerdì pomeriggio. Dove non c’è questa pia tradizione, in alternativa, si faccia il pio esercizio della Via Crucis per le vie della parrocchia.
  2. I parroci dell’unità pastorale di un centro urbano propongano oppure organizzino un’unica processione con il simulacro del Cristo morto per il Venerdì Santo e la processione della domenica di Resurrezione (S’incontru), educando i fedeli al senso di comunità cristiana unita nel venerare e fare memoria del nostro Salvatore, integrando le tradizioni e gli usi di ogni singola parrocchia. 

Ciò premesso e considerato

                                                     DISPONGO

che le presenti norme affidate alla vigile cura e all’impegno dei Parroci, dei Direttivi delle Confraternite interessate, dei Fedeli laici di buona volontà, entrino in vigore “ad experimentum ad triennium” il prossimo 11 febbraio 2020, Memoria della B.Vergine di Lourdes.

 Ales 20 gennaio 2020

Memoria di S. Sebastiano martire

                                                                            + Roberto Carboni 

                                                                            Arcivescovo di Oristano    Amministratore Apostolico di Ales- Terralba