Campo vacanza: Diario di bordo martedì 19 Luglio

Nella giornata di martedì 19 luglio abbiamo iniziato la giornata con la sveglia delle 7.30 per poi ritrovarci alle 8 per fare colazione tutti assieme. Ci siamo ritrovati, dopo colazione, nella chiesa del convento che ci ospita, per un momento di preghiera con alcune nozioni e risposte da parte di Don Alessandro.

Ci siamo incamminati verso la casa dove è nato e cresciuto San Francesco ora divenuta chiesa. Siamo stati accolti da frate Alfredo, che ci ha portato nella chiesa dove sorgeva la casa natia di Francesco. E’ stato suggestivo vedere il sottoscala dove Pietro di Bernardone, padre di San Francesco aveva incatenato suo figlio per convincerlo e desistere dalle sue idee da convertito.

Mentre stavamo andando verso la basilica di San Francesco con grande sorpresa ci siamo imbattuti nel set cinematografico di “Che Dio ci aiuti”, è stato bello vedere attori e registi alle prese con le riprese cinematografiche.  Prima di avviarci per la basilica del sacro convento, abbiamo spezzato il caldo e la fame con una sosta al bar.

Arrivati alla basilica abbiamo visitato la basilica inferiore e la cripta dove si trova la tomba di San Francesco e dei suoi primi compagni di avventura, poi abbiamo visto la parte superiore della basilica che purtroppo il 26 settembre del 1997 è stata parzialmente colpita dal terremoto in Umbria che ne ha distrutto il tetto dove c’erano affreschi di valore inestimabile di Giotto e Cimabue.

Poi siamo andati a pranzo dove ci è stato comunicato che dopo aver finito, ci sarebbero state concesse 2 ore di tempo libero per girare tra di noi nelle bellissime vie d’Assisi…  poco prima di uscire siamo stati informati che la sera ci sarebbe stata offerta la pizza da tutti gli educatori col conseguente applauso di massa.

Durante l’uscita ci siamo sentiti molto liberi e spensierati ma anche molto piccoli a stare soli in una città bella e piena di cultura come Assisi.

Nel pomeriggio, siamo saliti all’Eremo delle carceri, luogo caro a San Francesco. Siamo stati accolti da fr. Rosario che ci ha illustrato altri importanti dettagli della vita di San Francesco.

Ai piedi del monte, Don Alessandro ci ha fatto due proposte: la prima, che ha preso il nome di piano A consisteva nell’ isolarsi totalmente nel bosco senza alcun tipo di distrazioni ad esempio telefono e soprattutto amici e persone in generale, questo isolamento serviva a scendere nel profondo del nostro essere, e rimettere assieme quello che è stato di questi 8 giorni. Per facilitare ciò abbiamo avuto  a disposizione la Bibbia, un quaderno e una penna dove appuntare le nostre riflessioni a tutti i livelli. Lo scopo di questa proposta è stato questo: riflettere sulle proposte del campo vacanza per tentare una rilettura ‘dal di dentro’.

Il piano B consisteva nel visitare da soli il Convento per poi scrivere due parole sul proprio quaderno di quello che è stato questa esperienza.

Io che scrivo, mi chiamo Giuseppe ho quasi 16 anni e ho scelto di intraprendere il piano A della proposta. Inizialmente ad essere sincero, ero abbastanza convinto che il primo piano sarebbe stato un enorme perdita di tempo, poi qualcosa mi ha spinto, forse perché quasi tutti avevano scelto la strada dell’isolamento nel bosco e ho deciso di seguire la massa…

Penso sia stata la scelta migliore che potessi fare; la prima cosa che ho fatto fu mettermi nel posto più favorevole all’esperienza poi subito dopo ho preso il quaderno e ho iniziato a scrivere un banale discorso su quello che erano stati questi 7 giorni, poco dopo mi resi conto che non era quello il senso dell’esperienza e mi decisi anche se con grande difficoltà a scendere in qualcosa di più profondo, iniziai a pensare alla bellezza che prima  non avevo notato delle persone che ho avuto affianco in questi 7 giorni poi ho riflettuto sullo “slogan” del nostro cammino “Diamo un volto all’amore” e finalmente ho capito cosa c’era dietro a ciò…

Subito dopo sono sceso in un pianto tra gioia e tristezza con un mix di pensieri privati che mischiati tutti assieme mi hanno portato alla fine dell’esperienza dalla durata totale di 1.10 h a veri e propri abbracci sinceri a tutti i miei amici che, anche loro presi dal momento si sono ritrovati in un pianto quasi consolatorio e affettivo.

Invece io mi chiamo Elisa e ho anch’io quasi 16 anni, come Don Alessandro ci ha presentato le  proposte ho subito scelto il piano A, perché il riflettere e comprendere in profondità le emozioni ecc… durante quest’esperienza mi ha subito presa; dopo aver girovagato per trovare il posto adatto mi sono seduta e ho incominciato a pensare a questa settimana rimettendo insieme i pensieri generali appuntandone anche nel quaderno, e dopo esserci ritrovati giù con gli altri mi sono commossa anche io vedendo alcuni miei compagni piangere, e finalmente lì ho capito il vero senso di questo cammino.

Quindi, in conclusione, sia io Giuseppe che Elisa, vogliamo raccontarvi quello che è stato il post esperienza del nostro ritiro all’Eremo delle carceri.

Siamo scesi dal monte dell’eremo delle carceri a piedi, riassaporando e condividendo quello che ci aveva trasmesso il cammino di un tragitto totale di 5km; tornati a casa nonostante la stanchezza ci siamo preparati per dirigerci verso la pizzeria “Il Duomo”tra qualche foto qualche risata si erano fatte le 23.30  e abbiamo deciso dopo una breve preghiera di andare a riposare per prepararci alla impegnatissima giornata successiva.

Riassumendo la giornata nonostante la fatica fisica e le difficoltà spirituali delle nostre reazioni e di quelle del gruppo, possiamo certamente dire che questa sia stata la giornata più ricca di emozioni dove abbiamo davvero dato un volto all’amore, come disse fra Alessandro all’inizio del nostro percorso ad Assisi: l’amore ha due occhi e un solo volto e uno tra questi è anche quello del dolore.

Giuseppe Usai ed Elisa Fresi