Tanti puntini celesti, tutti diversi, tutti unici, ma che quando si uniscono a formare un cerchio diventano un bellissimo cielo azzurro. Per arrivare a costruire il cielo azzurro ci sono voluti 8 giorni, impegnativi, faticosi, frenetici, spesso ricchi di gioia e felicità, meraviglia e stupore.
Strade da percorrere, passi da compiere, caldo da sopportare. Siamo partiti con tanti dubbi e paure per timore che qualcosa andasse storto, che le nostre aspettative venissero deluse, che qualcosa turbasse gli equilibri del gruppo.
Una delle domande che ci ha accompagnato è se noi adulti saremo stati in grado di dare un volto all’amore dopo che le nostre vite sono andate avanti con le personali esperienze e vicende che condizionano il nostro sguardo e il nostro sentire. Questo campo vacanza ha interrogato anche noi che spesso guardiamo le cose con il disincanto dell’età adulta.
I ragazzi ci hanno ricordato la bellezza e la paura delle prime scoperte, dei primi innamoramenti, di come tutto a quell’età è assoluto: l’amicizia, l’amore, lo sport, la musica. Questo ci ha permesso di vivere con maggiore entusiasmo ed energia questi giorni.
Altro interrogativo è se i ragazzi possono vivere proposte forti che toccano più l’essere che l’apparire. Oggi più che mai abituati al tutto e subito, tutto a portata di un click, è necessario essere forti nel proporre esperienze che scavano, che affaticano, che mettono in discussione, che tolgono il superfluo, la fluidità, per familiarizzare anche con la fatica, la debolezza, i propri limiti, il dolore.
Pensiamo, ne abbiano un assoluto bisogno perché oggi i ragazzi sono troppo abituati a restare in superficie, ad omologarsi a canoni dettati da pubblicità e social, da influencer che condizionano la loro identità.L’ intento del campo era quello di liberarli da distrazioni esterne per poter ripartire da sé stessi ed essere in grado poi di trovare “due occhi ed un volto da amare”.
I ragazzi secondo la propria personalità, la propria identità, in modi e tempi diversi hanno risposto alla proposta, alcuni lasciandosi coinvolgere totalmente, altri soltanto sfiorare.
Anche noi abbiamo colto l’opportunità di questo campo vacanze per camminare insieme a loro perché il nostro compito non è insegnare, ma condividere esperienze e pezzi di vita.
Tutto ciò e stato possibile perché abbiamo visitato dei luoghi che favorivano un contatto col nostro cuore, con la parte più profonda di noi stessi. Abbiamo conosciuto delle persone che nella loro vita hanno saputo dare un volto all’amore e donato il loro tempo per testimoniare questo amore: l’accoglienza di Maria Teresa alla Fraterna Domus, la commozione di Frate Alessandro a San Damiano, la passione della guida alle catacombe di San Callisto, la profondità di Frate Rosario all’Eremo delle carceri, l’entusiasmo di sorella Benedetta Maria nel parlare di Carlo Acutis e San Francesco, la serenità di frate Daniele alla Porziuncola di S. Maria degli Angeli. Il filo che lega il tema del campo e le testimonianzealla nostra vita è Gesù, vero volto dell’amore.
Questa esperienza ci fa tornare a casa ricchi di tanta speranza per il futuro nostro e dei ragazzi, leggeri perché ci siamo spogliati del superfluo e pesanti perché colmi di gratitudine e gioia.
Siamo arrivati alla fine al nostro piccolo pezzo di cielo azzurro grazie soprattutto alla presenza del Signore che ci ha sempre accompagnato e guidato.
P.S. Don Alessandro devi prenotarci una visita oculistica perché siamo tornati tutti “orbi”…
Ania, Nicola, Anna Rita, Andrea, Ilenia, Gianmichele