Dopo una torrida pausa estiva, tutto sta ricominciando, nonostante qualche incertezza. Anche in parrocchia. L’investimento delle maggiori energie è come sempre la catechesi dell’iniziazione cristiana. Già da qualche giorno, a motivo della terribile associazione/binomio scuola/catechesi, stanno già pervenendo richieste in parrocchia sul tipo di impostazione che quest’anno si darà alla catechesi. Questa “macchina” che coinvolge genitori, ragazzi, bambini e famiglie allargate e che dovrebbe iniziare alla fede, è per usare un’immagine nota, come una grande montagna che però partorisce un piccolo topolino.
Basta guardarci attorno e non sarà facile capire le ragioni di questa immagine.
In generale, comunque, in questo settore si naviga a vista, con scelte legittimamente diverse, anche nelle Parrocchie confinanti, nel tentativo di rispondere ai bisogni emergenti e alle domande delle famiglie e nello stesso tempo di fare i conti con le risorse a disposizione (poche catechiste e catechisti quasi ovunque). Insomma una situazione che mette in luce una precarietà oramai strutturale.
Dei limiti di catechesi e cammini di Iniziazione se ne parla già da tanto tempo; finora si è cercato di lavorare sull’esistente, con piccoli o grandi ‘aggiustamenti’ che però non hanno sortito i risultati sperati. Forse è tempo di un radicale cambio di marcia.
Quest’anno, vorremo muoverci con maggiore serenità e muoverci all’interno di queste coordinate fondamentali e che strutturano la catechesi nei documenti della Chiesa, documentano che però sono ancora nella carta, in quanto faticano a tradursi in decisioni e proposte pastorali. La mappa orientativa del nostro percorso prende in considerazione i seguenti punti:
- l’assoluta precedenza della catechesi e della formazione cristiana degli adulti e, all’interno di essa, del coinvolgimento delle famiglie nella catechesi dei piccoli (poco importa l’adesione numerica);
- l’ispirazione catecumenale;
- la formazione del gruppo catechistico, possibilmente con parrocchie vicine;
- la proposta mistagogica a forte taglio esperienziale (a partire quindi dalla “fede celebrata” e non dalla “fede spiegata”).
Insieme al Gruppo Catechistico siamo convinti che per un effettivo cambio di mentalità sia necessario stimolare una risposta più convinta da parte delle famiglie. Confidiamo nello sguardo rinnovato della proposta di catechesi non come un impegno fra i tanti, ma come una risorsa importante che risponde a reali esigenze di crescita. Un cammino rinnovato non solo nei tempi (calendari periodici e non con giorni fissi per tutto l’anno) ma improntato sullo stile ‘catecumenale’ dove le tappe celebrative prenderanno sempre più spazio rispetto agli incontri frontali. Questo significherà riportare nel giusto alveo la presentazione dei misteri di fede che è quello liturgico/celebrativo.
Gli altri punti su cui ispireremo la nostra azione saranno:
- graduale distacco dalla classe scolastica e composizione di gruppi per fasce;
- iniziazione alla celebrazione e comprensione del Battesimo nei primi anni di catechesi per i bambini già battezzati. Per i bambini non battezzati, proposta del percorso catecumenale dai 7 ai 14 anni;
- riti dell’iscrizione del nome, percorso scandito dalle consegne;
- incontri in parrocchia nei tempi forti (Avvento – Quaresima e Pasqua/Pentecoste) a carattere quindicinale (meno frequenti ma più intensi);
- calendari periodici, al fine di evitare gli stessi giorni e gli stessi orarie favorire le altre attività e impegni dei bambini e dei ragazzi/e;
- tutto questo con una focalizzazione su chi si prepara ai sacramenti, fidandosi di loro e della loro fede (sì, anche di quella dei bambini); l’investimento di energie sulle famiglie è necessario, ma va fatto in altri modi e per altri canali (per esempio favorendo e accompagnando la preghiera in famiglia), finendola di considerare il catechismo come la ‘trappola’ per coinvolgere finalmente i genitori;
- i sacramenti (Battesimo Cresima e Comunione) verrebbero conferiti insieme, nei casi in cui, nel gruppo (non nella classe), ci saranno bambini non battezzati, non a tutti indistintamente ma a piccoli gruppi non omogenei per età, composti da chi ne ha scoperto il valore esistenziale;
Questa impostazione, molto probabilmente, porterà con sé anche alcuni ‘effetti collaterali’: iniziale calo della richiesta non solo dei sacramenti ma in particolare della catechesi. In un secondo tempo, create le condizioni necessarie anche se non ottimali, credo che le famiglie, assediate oggi da una varietà di problemi impensabili anni fa, potrebbero apprezzare la proposta nel suo insieme e relativizzare la celebrazione dei sacramenti. Un cammino ‘in progress’ consapevoli che il requisito essenziale per percorrerlo insieme è quello della fede/fiducia.
don Alessandro