«Cos’è lo Spirito Santo?», domandò il catechista nigeriano. Il ragazzo rispose: «È l’amico di padre Valentino!».
Padre Valentino Salvoldi, missionario ad gentes, già docente di Filosofia e Teologia morale in vari paesi ad gentes, espulso da ben sette paesi africani e autore di molte pubblicazioni, gli aveva spiegato tempo prima che a spingerlo a diventare missionario in Africa era stato un suo grandissimo amico, lo Spirito Santo appunto.
Salvoldi ricorda questo gustoso aneddoto nell’introduzione al volumetto di preghiere dedicate allo Spirito Santo. Ogni dono viene introdotto da un dipinto, commentato brevemente a livello biografico e teologico.
L’autore propone nella sua opera 35 preghiere indirizzate al suo grande “amico”, per fare di ogni momento e azione della vita una possibile esperienza di unione a Dio nell’amore. Sono raggruppate a tre o quattro per volta, secondo i vari doni dello Spirito. Una preghiera iniziale è rivolta allo Spirito di unità per sentirsi “uno” con la Trinità.
Allo Spirito di sapienza si chiede che tutto e sempre sia una preghiera, che la sapienza dia gusto alla vita e possa sedurre l’uomo al mistero, conducendolo dove vuole col suo soffio. Lo Spirito fa esultare di gioia in Dio e come datore dell’intelletto può essere invocato prima di leggere la parola di Dio, perché essa possa guidare i passi dell’uomo senza lasciarlo nella delusione, ma gli doni uno sguardo puro per vedere il bello, come Gesù faceva con i gigli del campo e gli uccelli del cielo.
Il dono del consiglio può trasformare la tentazione in un’opportunità, come sperimentò Gesù scaraventato nel deserto proprio dalla Spirito.
Lo Spirito è invocato come rugiada che possa irrorare tutta la persona, per affrontare serenamente la croce, per far rifiorire aride ossa.
La fortezza può essere invocata dopo la lettura della parola di Dio, per apprendere l’arte del comunicare, per avere l’interesse del 10.000% lasciando tutto per avere tutto.
Lo Spirito è fonte di ogni grazia e, col dono della scienza, fa credere nell’efficacia della preghiera e rinnova e feconda la faccia della terra come fece con Maria e come può fare con ogni credente.
Lo Spirito dà la forza di far afferrare al maligno solo il lenzuolo che ci protegge, in modo da fuggire via nudi ma liberi di realizzare il disegno del Padre rivestiti solo dello Spirito d’amore.
Lo Spirito va invocato per tenere viva la fede nel Risorto, perché senza la forza dello Spirito nulla è nell’uomo.
Il dono della pietà suggerisce a Salvoldi una preghiera allo Spirito Santo come padre dei poveri, per non lasciarsi schiacciare dal dolore, ma perché l’ultima parola dell’uomo che muore sia “amore”, un amore più forte della morte.
Il timore di Dio aiuta a rispondere con gioia alla chiamata, come fece Maria, aiuta a godere del dono della profezia, dopo averci sedotti. Lo Spirito fa pregare il credente come Cristo in croce, che muore affidando il proprio spirito nelle mani del Padre.
Grande dono dello Spirito è, infine, quello di rendere testimoni della risurrezione.
Ogni preghiera è introdotta da un versetto del Nuovo Testamento e da un’attualizzazione spirituale.
Salvoldi chiude il volume con sei brevissime riflessioni sulla bellezza di ricevere lo Spirito, padre dei poveri, vincolo d’amore, colui che rende testimoni di Cristo con il dono della cresima (cosa da adulti, secondo l’autore, e non sacramento dell’addio per dei ragazzi…). Occorre scoprire la pepita dello Spirito e chi ce lo fa amare e conoscere è la Chiesa.
Bella mi è parsa la preghiera circa le parole di Gesù: “Ricevete lo Spirito in remissione dei peccati”, attualizzata col sottotitolo “Perché in cielo il Signore faccia festa”.
Essa recita:
«Voglio donarti, Spirito di misericordia,
qualche cosa che non sempre ti appartiene:
la gioia di perdonarmi.
Tu fai festa in cielo
quando riconosco il mio peccato.
Purifica la mia mente
perché concepisca pensieri degni dell’eternità.
Purifica le mie labbra
perché senza fine cantino la tua lode.
Purifica il mio cuore
perché sia pago di te e di te solo.
Purifica le mie mani
perché compiano opere di giustizia.
Purifica i miei piedi
perché si dirigano su sentieri di pace.
Se sublime è l’atto del creare,
divino è il concedere il perdono
che da te imploro con tutte mie forze.
E il tuo illogico amore mi risponda
con esultante danza su nel cielo» (p. 58).
Al termine di un incontro di preparazione alla cresima, dopo aver parlato di tutto e anche di sé, alla domanda su cosa si portassero a casa di importante uno dei ragazzi rispose all’autore: «Io porto a casa te».
Il futuro della Chiesa e della catechesi saranno le relazioni e la comunione della vita che il Risorto spande nei credenti grazie alla potenza dello Spirito Santo Amore.
- VALENTINO SALVOLDI, Spirito Santo Amore. Per fare di ogni azione una preghiera (Nel tuo nome 91), Edizioni Paoline, Milano 2022, pp. 96, € 8,00, ISBN 9788831552851.