Il Pronunciamento del Vaticano: “Medjugorje, il Papa e il via libera a metà”

Nella Bibbia Maria è una figura marginale, eppure nei secoli è diventata linfa vitale del cristianesimo. Perché dà speranza, non perché manda messaggi. Altrimenti avrebbe avuto ragione Marx.

Medjugorje, certo. Ma prima ancora Fatima e i suoi tre segreti, Lourdes e l’acqua miracolosa nelle bottigliette a forma di madonnina, Loreto e la casa di Nazaret che vola nella notte e plana sulla dolce collina marchigiana, Pompei e la disciplina del rosario, e soprattutto le innumerevoli Madonne della nostra antica tradizione, qualificate ora per capacità di intervento (Madonna della gravidanza, del parto, del latte, delle grazie, della pioggia, della neve…) ora per stati o attributi particolari (Annunziata, Addolorata, delle sette spade, delle sette piaghe, delle sette spine, della scala, della corona, della confusione…). Tantissime Madonne: nere e bianche, una più bella e più dolce dell’altra. 

La Madonna, la Madre, la Grande Madre: così vicina, così attenta, così comprensiva: “avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice”… 

Come spiegare il successo eclatante di questa figura all’interno di una religione basata su un libro, la Bibbia, nel quale Maria di Nazaret ha un ruolo decisamente marginale? 

Assente ovviamente nella Bibbia ebraica, nel Nuovo Testamento la figura di Maria è presente solo in pochissime pagine dei vangeli nelle quali Gesù non la chiama mai “madre” ma sempre e solo “donna”, esattamente come si rivolge a tutte le altre figure femminili. Eppure, togliete Maria dal cristianesimo e lo priverete di gran parte della sua linfa vitale. Perché? Perché una religione prettamente maschile come esso è (al pari delle altre due religioni abramitiche monoteistiche, e dico “maschile” perché tale è la sua divinità e tale è la struttura gerarchica della sua istituzione terrena), ha trovato lungo i secoli nella figura della Madonna la possibilità di nutrire l’anima femminile che abita ognuno di noi e che richiede nutrimento spirituale allo stesso modo dell’anima maschile. 

Per questo la religiosità mondiale di tutti i tempi e di tutti i luoghi ha sempre conosciuto divinità femminili accanto alle divinità maschili, tra cui, per esempio, l’Iside egizia, l’Artemide efesina che è vergine ma offre ai fedeli innumerevoli seni materni, o la Pachamama dei popoli andini che è l’ipostasi personificata della Madre Terra. 

Ma ora a tema c’è il riconoscimento vaticano delle apparizioni della Madonna a Medjugorje, oggetto da sempre di controversie e di polemiche all’interno della Chiesa, con prelati che spingono per il riconoscimento ufficiale e altri propensi invece per il disconoscimento altrettanto ufficiale. Mentre scrivo non so quale sarà stato l’esito dell’atteso verdetto, ma non posso fare a meno di chiedermi se la data del 19 settembre per emanarlo sia stata casuale oppure no. In questo giorno infatti si ripete quasi puntualmente da secoli il prodigio dello scioglimento del sangue di San Gennaro, avvenuto anche in questa data, scrivono le agenzie, alle 10.56 nella cappella del tesoro del Duomo di Napoli. Proviamo quindi a fare sintesi: Madonne che appaiono e mandano messaggi (per lo più catastrofici e ripetitivi, e che letti l’uno di fila all’altro lasciano un’impressione di ordinaria banalità), grumi di sangue di santi che si sciolgono in giorni fissati e poco dopo si rapprendono fino al prossimo promesso scioglimento, e poi voci nella notte, rivelazioni segrete, apparizioni nel cielo, profumi inebrianti, bilocazioni, profezie, stigmate, eccetera eccetera. È solo questo la religione? Se fosse così, avrebbe avuto ragione Karl Marx a parlarne in termini di “oppio dei popoli”, espressione peraltro che ancora prima si ritrova negli scritti di Kant. 

E dico “oppio”, perché di contro che cosa c’è? Ci sono le lacrime e il sangue di innumerevoli esseri umani alle prese con crisi economiche e iniquità secolari che strappano milioni di persone dalla loro terra, alle prese con malattie terribili, a partire dalle oltre settemila malattie genetiche con cui si può nascere e da cui nessuna Madonna mai potrà guarire. E poi c’è l’immenso mare di stupidità in cui naufragano le coscienze contemporanee intossicate quotidianamente di “panem et circences” somministrati ormai a mani piene anche dalla tv di stato che ha completamente smarrito la sua originaria missione educativa. 

Permettimi quindi, Madonna mia, di rivolgermi a te e di ricordarti questa nostra situazione: tu non la vedi da lassù, non la conosci? Abbiamo un bisogno enorme della tua grazia, della luce della tua anima, della speranza che la tua materna figura rappresenta per ognuno di noi. Per questo riprendo le parole del nostro sommo poeta: 

Vergine Madre, figlia del tuo figlio, / umile e alta più che creatura, / termine fisso d’eterno consiglio/ tu sei colei che l’umana natura / nobilitasti sì, che ‘l suo fattore / non disdegnò di farsi sua fattura”. 

Dante continua parlando di amore, di eterna pace, di carità, di speranza, insomma di quella energia pulita e luminosa che rappresenta il carburante vitale per la nostra psiche disorientata e la medicina più efficace per la nostra radicata paura. Questo tu sintetizzi in te stessa e di questo noi abbiamo bisogno. 

Che importa quindi se a Medjugorje la Madonna appaia o no ad alcuni veggenti, oppure no? La terra dove nacque Gesù è dilaniata quotidianamente da un conflitto che non ha fine: perché la Madonna non appare a Netanyahu e al nuovo capo di Hamas? O a Putin? Perché tollera che i capi mafiosi abbiano le sue immaginette e portino la sua statua in processione e invece non appare loro facendo capire di quanta ignoranza e malvagità è intossicata la loro vita? Perché la Madonna non appare nei cellulari dei milioni di adolescenti che si nutrono senza sosta delle immagini e delle parole che fuoriescono da quello strumento sempre più micidiale, e che ormai non sanno forse più neppure una riga delle preghiere che per secoli e secoli le generazioni le rivolgevano? 

Carmelo Bene un giorno scrisse “sono apparso alla Madonna”. Forse avremmo bisogno davvero di un’apparizione al contrario, che faccia decidere la Madonna di seguire altre vie per parlare agli uomini d’oggi e convertire le loro coscienze così bisognose di orientamento. Ne viene che qualunque cosa il Vaticano avrà deciso in ordine a Medjugorje, i problemi veri sono altri. Ed è solo servendo l’autenticità della coscienza morale, nella pienezza della responsabilità personale, che la religione può tornare a parlare agli esseri umani in questo occidente ormai senza speranza. E a questo fine, ben più che i banali messaggi dei veggenti di Medjugorje, valgono le preziose parole che il nostro sommo poeta ci trasmette ancora oggi nella sua Commedia che a ragione venne poi qualificata dai posteri come “divina”.

Vito MancusoLa Stampa 20 settembre 2024