Anche la nostra Comunità, si unisce alla preghiera di lode e di ringraziamento a Dio per il 50° anniversario di episcopato di mons. Piergiuliano Tiddia, nostro arcivescovo emerito. Il profilo che segue ci aiuta e mettere a fuoco alcuni aspetti di mons. Tiddia, che certamente ha lasciato un segno indelebile nella vita della nostra Comunità diocesana.
L’Arcivescovo emerito di Oristano, mons. Pier Giuliano Tiddia, ha varcato oggi, domenica 2 febbraio, un traguardo davvero importante, ricco di significati e sottolineature: il Giubileo episcopale d’oro, cioè il cinquantesimo anniversario di Ordinazione Episcopale. Era infatti il 2 febbraio 1975 quando, nella cattedrale di Cagliari, per le mani del Prefetto della Congregazione dei Vescovi cardinale Sebastiano Baggio, diventò vescovo della Chiesa Cattolica.
Quando fu elevato alla dignità episcopale, la vigilia di Natale del 1974, da papa Paolo VI che lo nominò Ausiliare dell’Arcivescovo di Cagliari, e gli assegnò anche la sede titolare di Minturno (cittadina in provincia di Latina, nel Lazio), era uno tra i vescovi più giovani del mondo. Oggi, compiendo il cinquantesimo anniversario di ordinazione episcopale, mons. Pier Giuliano si ritrova a essere uno dei vescovi più anziani dell’intera Chiesa cattolica.
Nato a Cagliari il 13 giugno 1929, era figlio di un medico condotto (dott. Emilio) e di una maestra (Maria Ciuffo). Una figura importantissima, per il futuro sacerdote e arcivescovo, fu la zia, signorina Ida Ciuffo, autentica missionaria e profetica figura di donna cattolica, appartenente all’Opera della Regalità. Nata a Milano da una felice intuizione del padre Gemelli e della Beata Armida Barelli, della quale zia Ida era amica e collaboratrice nell’apostolato. Compiuti gli studi ginnasiali a Lanusei (dai salesiani) prima, e a Cuglieri in seguito, mons. Tiddia conseguì la maturità classica ancora giovanissimo; terminati brillantemente gli studi teologici, in attesa di poter essere ordinato prete, fu inviato dall’arcivescovo di Cagliari mons. Paolo Botto a Roma, dove conseguì la Laurea in Diritto Canonico nella Pontificia Facoltà Teologica Lateranense.
Il brillante dottore, in virtù della sua giovanissima età poté essere ordinato sacerdote (a soli 22 anni e mezzo) con dispensa speciale della Santa Sede. Mons. Botto non gli permise di conseguire una seconda laurea e lo nominò parroco di Villa san Pietro. La vita ministeriale di don Tiddia ebbe un momento drammatico: il 13 gennaio 1952 sacerdote da meno di un mese, fu investito da un’ambulanza della POA, ricoverato in coma all’Ospedale civile di Cagliari. Raccontò anni addietro la madre, signora Maria, che fu salvato in un modo che ha del prodigioso: la mamma vista la gravità del figlio, si rivolse con fede a fra Nicola da Gesturi che le prestò il suo bastone e non appena gli fu posato sul letto, don Pier Giuliano ben presto uscì dal coma e guarì in modo assolutamente pieno e spontaneo.
Dopo aver ricoperto numerosi incarichi diocesani (assistente della Fuci, Cancelliere della Curia, padre spirituale e rettore del Seminario, parroco della Cattedrale), venne nominato Vicario Generale dall’arcivescovo mons. Giuseppe Bonfiglioli e, di lì a poco, eletto dal Papa Vescovo Ausiliare. Il 2 febbraio 1975 fu ordinato dal card. Baggio: furono co-consacranti mons. Giuseppe Bonfiglioli e l’Arcivescovo Metropolita di Sassari mons. Paolo Carta. Per dieci lunghi anni portò avanti un’intensissima attività pastorale, destinando le sue energie culturali e spirituali per la formazione permanente del clero cagliaritano e nell’accompagnamento formativo del laicato (specie l’Azione Cattolica): la Santa Sede lo nominò anche Amministratore Apostolico della diocesi di Ogliastra. Più volte eletto membro di varie Commissioni CEI; per ben due volte presiedette il Convegno nazionale del Clero (nel 1980 e nel 1984). Papa Giovanni Paolo lo promosse Arcivescovo il 30 novembre 1985 trasferendolo all’antichissima Sede Metropolitana di Oristano. Fece il suo ingresso solenne l’1 febbraio 1986.
Ha governato la vasta Arcidiocesi per oltre 20 anni, compiendo per tre volte la Sacra Visita Pastorale a tutte le 85 parrocchie; durante il suo episcopato arborense ha proceduto alla Dedicazione di sei chiese parrocchiali (Genoni, Tonara, Siamanna, Tramatza, Allai e San Giuseppe lavoratore); uno tra i dati più interessanti riguarda le sacre ordinazioni: due episcopali in cattedrale (mons. Paolo Atzei e mons. Mario Cassari) e ben 44 sacerdotali (29 diocesani e 15 religiosi, di vari istituti e congregazioni); ha ordinato cinque diaconi permanenti (due sono ancora viventi), ha anche presieduto al rito di numerose Professioni perpetue maschili e femminili.
Ogni anno ha indirizzato la Lettera Pastorale, numerosissimi sono stati i documenti e le direttive pastorali e di governo. Negli anni 1990-1995 ha presieduto la Commissione CEI per i Problemi Giuridici, predisponendo un importantissimo strumento pastorale chiamato Decreto Generale sul matrimonio canonico, ancora oggi insuperato riferimento giuridico. Altro versante di profondo impegno fu il Concilio Plenario delle Chiesa di Sardegna, che animò in qualità di Segretario Generale. Verso la conclusione del suo mandato, i vescovi sardi lo elessero Presidente della Conferenza Episcopale. Altro tratto distintivo: mons. Tiddia fu anche il grande organizzatore dei viaggi apostolici a Cagliari di papa Paolo VI (nel 1970) e di Giovanni Paolo II (nel 1985).
Difficile riassumere l’attività apostolica e pastorale dell’arcivescovo Tiddia; iscritto fin da giovane prete all’Ordine dei Giornalisti, diede un grandissimo impulso al nostro settimanale diocesano, chiamato in quei tempi Vita Nostra, favorendo e incoraggiando la sua diffusione capillare in tutte le parrocchie; è stato autore di saggi di predicazione, spiritualità e pastorale: famosi i suoi Commenti alla Liturgia Domenicale per l’Osservatore Romano (pubblicati per volontà dell’allora direttore prof. Mario Agnes), per oltre 35 anni ha curato, come Direttore, il Bollettino Ecclesiastico Regionale (BER).
Il 22 aprile 2006, dopo oltre due anni di proroga, il papa Benedetto XVI accettò la sua rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi arborense in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. E tornò nella sua Cagliari mettendosi a disposizione degli arcivescovi e svolgendo generosamente il suo ministero come predicatore confessore nella Basilica di Bonaria. Possiamo ben dire che il nostro arcivescovo mons. Tiddia ha realizzato in pieno e con passione, il suo motto episcopale Servi sumus ejus Ecclesiae: siamo servi della sua Chiesa.
Auguri, Eccellenza: ad multos annos.
Antonino Zedda fonte: sito diocesano