Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza
Si apre con questo auspicio la Bolla Spes non confundit, con la quale papa Francesco indice ufficialmente il Giubileo Ordinario del 2025, esortando a coniugare tale virtù teologale con la pazienza, virtù che non è di casa nell’epoca di Internet.
L’Anno Santo 2025, ricorda il Papa, orienterà il cammino verso un’altra ricorrenza fondamentale per tutti i cristiani: nel 2033, infatti, si celebreranno i duemila anni della Redenzione compiuta attraverso la passione, morte e risurrezione di Gesù. Poi la cronologia dell’anno giubilare, che comincerà il 24 dicembre prossimo con l’apertura della Porta Santa della basilica di San Pietro, cui seguirà, la domenica successiva, 29 dicembre, l’apertura della Porta Santa a S. Giovanni in Laterano. Il 1° gennaio 2025 verrà aperta la Porta Santa della basilica di Santa Maria Maggiore, mentre domenica 5 gennaio sarà aperta la Porta Santa della basilica di San Paolo fuori le Mura. Queste ultime tre Porte Sante saranno chiuse entro domenica 28 dicembre dello stesso anno.
Il Santo Padre decreta inoltre che domenica 29 dicembre 2024, in tutte le cattedrali e concattedrali, i vescovi diocesani celebrino la santa Eucaristia come solenne apertura dell’Anno giubilare. Il pellegrinaggio da una chiesa, scelta per la collectio, verso la cattedrale sia il segno del cammino di speranza che, illuminato dalla Parola di Dio, accomuna i credenti. In esso si dia lettura di alcuni brani del presente Documento e si annunci al popolo l’Indulgenza Giubilare, che potrà essere ottenuta secondo le prescrizioni contenute nel medesimo Rituale per la celebrazione del Giubileo nelle Chiese particolari. Durante l’Anno Santo, che nelle Chiese particolari terminerà domenica 28 dicembre 2025, si abbia cura che il Popolo di Dio possa accogliere con piena partecipazione sia l’annuncio di speranza della grazia di Dio sia i segni che ne attestano l’efficacia, la raccomandazione del Papa.
Il Giubileo Ordinario terminerà con la chiusura della Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano il 6 gennaio 2026, Epifania del Signore.
Possa la luce della speranza cristiana raggiungere ogni persona, come messaggio dell’amore di Dio rivolto a tutti! E possa la Chiesa essere testimone fedele di questo annuncio in ogni parte del mondo, l’auspicio di Francesco. Il primo segno di speranza dell’anno giubilare deve tradursi in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra. Immemore dei drammi del passato, l’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza, lo scenario delineato dal Papa, che chiede l’impegno della diplomazia per costruire con coraggio e creatività spazi di trattativa finalizzati a una pace duratura. A causa dei ritmi di vita frenetici, dei timori riguardo al futuro, della mancanza di garanzie lavorative e tutele sociali adeguate, di modelli sociali in cui a dettare l’agenda è la ricerca del profitto anziché la cura delle relazioni, si assiste in vari Paesi a un preoccupante calo della natalità, il grido d’allarme di papa Francesco, secondo il quale la comunità cristiana non può essere seconda a nessuno nel sostenere la necessità di un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine che vengano a riempire le ormai troppe culle vuote in molte parti del mondo.
Per offrire ai detenuti un segno concreto di vicinanza, annuncia il Papa nella Bolla, io stesso desidero aprire una Porta Santa in un carcere. Tra le misure giubilari a favore della popolazione carceraria, Francesco menziona forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società e percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi. Occorre garantire, inoltre, condizioni dignitose per chi è recluso, rispetto dei diritti umani e soprattutto l’abolizione della pena di morte. Segni di speranza andranno offerti anche ai malati e alle persone affette da patologie o disabilità che limitano molto l’autonomia personale. Quando il futuro è incerto e impermeabile ai sogni, quando lo studio non offre sbocchi e la mancanza di un lavoro o di un’occupazione sufficientemente stabile rischiano di azzerare i desideri, è inevitabile che il presente sia vissuto nella malinconia e nella noia. È il ritratto dei giovani privi di speranza contenuto nella Bolla. Per invertire la tendenza, il Santo Padre auspica che il Giubileo sia nella Chiesa occasione di slancio nei loro confronti.
Non potranno mancare, inoltre, segni di speranza nei riguardi dei migranti, che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per sé stessi e per le loro famiglie, e degli anziani, che spesso sperimentano solitudine e senso di abbandono. Speranza, infine, per i miliardi di poveri, che spesso mancano del necessario per vivere. La fame è una piaga scandalosa nel corpo della nostra umanità e invita tutti a un sussulto di coscienza, ribadisce inoltre il Papa, rinnovando l’appello affinché con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri, così che i loro abitanti non ricorrano a soluzioni violente o ingannevoli e non siano costretti ad abbandonare i loro Paesi per cercare una vita più dignitosa.
Alle nazioni più benestanti, Francesco chiede che riconoscano la gravità di tante decisioni prese e stabiliscano di condonare i debiti di Paesi che mai potrebbero ripagarli e sanare così il debito ecologico tra il Nord e il Sud del mondo. Per una provvidenziale circostanza, nel 2025 i cristiani d’Oriente e d’Occidente festeggeranno la Pasqua nello stesso giorno: possa essere questo un appello a compiere un passo deciso verso l’unità intorno a una data comune per la Pasqua, l’auspicio sul piano ecumenico, a partire dalla coincidenza del Giubileo con i 1700 anni dalla celebrazione del primo grande Concilio ecumenico, il Concilio di Nicea.
L’indulgenza giubilare, in forza della preghiera, è destinata in modo particolare a quanti ci hanno preceduto, perché ottengano piena misericordia, la precisazione su una delle pratiche che caratterizzano ogni Giubileo, in merito alla quale la Penitenzieria Apostolica darà indicazioni per farla diventare effettiva. Come è accaduto nel Giubileo Straordinario della Misericordia, nel 2016, anche nel Giubileo Ordinario 2025 i Missionari della Misericordia potranno esercitare il loro ministero.
Fonte SIR, foto Vatican Media, https://www.chiesadioristano.it/