Sabato 23 novembre, nella messa festiva della Solennità di Gesù Cristo, Re dell’Universo, noi catechisti abbiamo ricevuto il Mandato catechistico per l’annuncio del Vangelo.
L’avvio degli incontri, lo scorso 26 ottobre a Zuradili, quest’anno ha avuto una ripresa graduale e anche noi impegnati nella catechesi, abbiamo accolto una particolare benedizione del Signore, prima di entrare nel tempo ‘forte’ dell’avvento.
Dopo la proclamazione del Vangelo, siamo stati chiamati per nome da uno dei ragazzi presenti alla celebrazione, e abbiamo risposto con emozione e con gratitudine il nostro “Eccomi!”, per accogliere l’invito di annunciare e testimoniare la Parola del Signore nella vita e nella nostra Comunità.
In risposta alla nostra disponibilità, durante il mandato, abbiamo ricevuto il Vangelo secondo Luca, il libro della catechesi per eccellenza, indispensabile per crescere nella preghiera e dare priorità all’ascolto e così conoscere il Signore. Essere inviati come annunciatori del Vangelo significa, innanzitutto, imparare ad ascoltare, a meditare e ad accogliere nel proprio cuore la Parola di Dio, per poi lasciarla agire in noi. Essere inviati annunciatori del Vangelo significa riconoscere che la Parola che noi annunciamo non è nostra e ci precede sempre.
San Paolo afferma che “la fede nasce dall’ascolto” (Rm 10): solo se siamo capaci di autentico ascolto, se siamo in grado di riconoscere la voce del Signore tra le mille altre false voci che ci distraggono con le loro promesse, solo allora vivremo l’incontro in comunione con Lui e con i fratelli e potremo essere veri annunciatori della sua Parola.
Lasciarla agire in noi significa scoprire che è Gesù che ci dona la forza di trasformarci e di vivere in maniera nuova e autentica il programma di questo anno pastorale che, nella nostra parrocchia si ispira alle parole di Gesù nell’ultima cena Fate questo in memoria di me. È Gesù che ci permette di “spezzarci” e farci dono per gli altri.
Farsi dono. Donare il proprio tempo, la nostra attenzione, per incontrare e conoscere l’altro: i bambini, i ragazzi, le loro famiglie, i collaboratori parrocchiali, la Comunità, chi incontriamo ogni giorno. Accogliere le nostre diversità, confrontarci in modo fraterno per imparare a camminare insieme, verso la scoperta di sentirci amati e chiamati dal Signore, seguendo la via tracciata da suo figlio Gesù.
Certo, noi catechisti siamo pochi e spesso accusiamo un pó di stanchezza nel cercare di conciliare il nostro mandato con tutti gli impegni rispondenti alla nostra prima chiamata come figli, sposi, genitori.
Per poter realizzare tutto questo, sarà fondamentale anche il sostegno delle famiglie, primi annunciatori del Vangelo ai propri figli, nell’intimità delle case: tante piccole chiese nelle quali imparare a crescere nella fede, guidati dall’amore di Dio.
Solo se la collaborazione fra gli adulti è basata sulla reciproca fiducia e sui medesimi intenti educativi, anche i bambini e i ragazzi potranno rispondere con gioia e curiosità alle diverse proposte di catechesi e crescere all’interno della Comunità. La grazia dello Spirito Santo, che ci ricolma dei suoi doni, saprà sostenerci, nonostante le difficoltà, in questo nuovo cammino di fede.
Ringraziamo Dio per questo invito sicuri, che nella nostra debolezza si rivela la sua forza (S. Pl)
Il gruppo catechistico