La settimana santa: la Grande Settimana!

Con la Domenica delle Palme o più propriamente Domenica della Passione del Signore, inizia la solenne annuale celebrazione della Settimana Santa, nella quale vengono ricordati e celebrati gli ultimi giorni della vita terrena di Gesù.La Domenica delle Palme giunge a conclusione del lungo periodo quaresimale, iniziato con il Mercoledì delle Ceneri e che per cinque liturgie domenicali, ha preparato la comunità dei cristiani, nella riflessione e penitenza, agli eventi drammatici della Settimana Santa, con la speranza e certezza della successiva Risurrezione di Cristo, vincitore della morte e del peccato, Salvatore del mondo e di ogni singola anima.

A Gerusalemme, nel IV secolo, nella domenica prima di Pasqua, una lunga liturgia che durava tutto il giorno inaugurava quella che veniva chiamata la «grande settimana». Dopo la messa celebrata come al solito, il vescovo e tutto il popolo si ricavano alla chiesa posta sul monte degli ulivi (l’«Eleona»), dove si leggeva il Vangelo dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Poi, una processione scendeva fino alla basilica della risurrezione («Anastasis»), dove sul tardi si cantava l’ufficio della sera detto «Lucernario». Al termine della celebrazione, l’arcidiacono annunciava che, durante tutti i giorni della settimana, l’assemblea si sarebbe riunita all’inizio del pomeriggio, «alle ore 15», nella chiesa principale, il «Martyrium», che sorgeva sul Golgota.

A Roma invece, al tempo di papa Leone Magno (440-461), l’inizio della settimana santa era ancora molto sobrio: una messa domenicale nel corso della quale si leggeva il Vangelo della passione secondo Matteo. In seguito, su suggerimento dei pellegrini che erano andati a Gerusalemme, si introdusse quest’eucaristia con la processione delle palme, che assunse in occidente, fin dall’inizio, il carattere di un corteo trionfale in onore di Cristo re.

Per «fare come a Gerusalemme», la celebrazione ha conservato a lungo un certo carattere di evocazione storica. Sovraccaricata, durante il medioevo, di elementi di diversa provenienza, semplificata al tempo del rinnovamento della settimana santa (1955), essa ha ritrovato, a partire dalla riforma del 1970, una grande sobrietà. Nulla distrae più dal vero significato di questa processione liturgica. È stata conservata la benedizione delle palme, ma può essere sostituita con una preghiera che invita solo ad acclamare «il Cristo trionfante» e chiede che noi portiamo in lui frutti che rendano gloria a Dio. Ma è la lettura del Vangelo a conferire più esplicitamente il suo senso e la sua portata alla processione delle palme.

La liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo adatto al di fuori della chiesa; i fedeli vi si radunano e il sacerdote procede alla benedizione dei rami di ulivo o di palma, che dopo la lettura di un brano evangelico, vengono distribuiti ai fedeli (possono essere già dati in precedenza, prima della benedizione), quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa.
Qui giunti, continua la celebrazione della Messa, che si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù che viene letto alternativamente da più lettori rappresentanti: il cronista, i personaggi delle vicenda e Cristo stesso.

Al termine della Messa, i fedeli portano a casa i rametti di ulivo benedetti, conservati quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. Si usa in molte regioni, che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.