Lettera di don Alessandro a tutta la Comunità parrocchiale di Marrubiu e Sant’Anna

Carissimi,

da qualche giorno l’impresa incaricata dei lavori di restauro della chiesa parrocchiale ha rimosso l’impalcatura e il ponteggio dalla facciata e dal campanile. Lo spettacolo di luminosità e lucentezza che si presenta, gratifica il nostro sguardo e contribuisce a rendere più bello anche il nostro paese.

I lavori proseguiranno con il rifacimento del sagrato e, nel periodo estivo, con gli interventi interni di rifacimento degli intonaci e pulitura generale delle pareti.

Iniziamo la Quaresima accolti da una chiesa totalmente ripulita all’esterno ma che attende gli interventi interni.

Trovo questa immagine fortemente eloquente per esprimere il compito che, a tutti i livelli, attende alla Comunità ecclesiale. Sappiamo bene che la tentazione dell’uomo è sempre quella di pensare più all’esterno che all’interno, più a ciò che si vede immediatamente che a ciò che è nascosto nel segreto del cuore.

Ecco il compito che ci attende in questa Quaresima. Poterci allenare interiormente per 40 giorni attraverso salutari e coraggiosi interventi nel nostro cuore, nella profondità di ciò che non si vede, per celebrare, nella prossima Pasqua un autentico ed effettivo ‘passaggio in avanti’. Un passaggio che ci permetta di lasciare dietro di noi tutto ciò che depotenzia la nostra umanità e rende sterile la nostra spiritualità.

Saremo chiamati a convergere la nostra attenzione e i nostri sforzi più all’interno che all’esterno, più a ciò che è nascosto allo sguardo ma che è condizione necessaria per vivere da uomini e donne più veri e soprattutto più liberi da quella patologia dello spirito che si chiama ipocrisia.

Chi è l’ipocrita?

Fondamentalmente è l’uomo dal cuore doppio, dalle labbra false, dal giudizio facile, è l’uomo che non sa cosa significhi misericordia. Nel Nuovo Testamento l’ipocrita è l’uomo che finge, simula, fa vedere, maschera, oserei dire una macchietta!

L’ipocrita è colui che ama più sé stesso che Dio e la sua Parola.

Gesù nel vangelo spesso e volentieri combatte questa categoria di persone: “Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini” (Mt 15,8-9).  

Si, gli ipocriti onorano Dio con le labbra ma il loro cuore è ben lontano, la loro passione per la verità è nulla perché vogliono solo il loro onore, il proprio tornaconto e la propria gratificazione.

A ben vedere, purtroppo, oggi dobbiamo fare i conti con una Chiesa lontana dall’autenticità, dalla passione per la Verità e l’Amore. Dobbiamo fare i conti con i cristiani che vivono nel passato, donne e uomini inghiottiti dalle nostre fantastiche tradizioni religiose, dalle nostre formule pseudo-magiche, che seppur siano una cosa buona non ci salvano e non ci fanno essere autentici. In questo modo la vita cristiana diventa una grande messa in scena dove purtroppo il solo attore diventa il mio io…

Così nel salmo 12 vi è l’invocazione a Dio perché ci salvi dall’ipocrisia e dall’uomo menzognero: “Salvami, Signore! Non c’è più un uomo fedele; è scomparsa la fedeltà tra i figli dell’uomo. Si dicono menzogne l’uno all’altro, labbra bugiarde parlano con cuore doppio” (Sal 12,1-3).

Infine l’ipocrisia è il frutto della paura di Dio, si nutre dell’approvazione degli altri, si mostra rigido e intransigente verso le debolezze dei fratelli.

All’ipocrita noi contrapponiamo l’uomo autentico, che si compiace della verità, che spesso paga il prezzo della solitudine, della sofferenza e dell’incomprensione.

L’uomo autentico è l’uomo che fa proprio il cammino quaresimale guardando con coraggio la miseria del proprio cuore e guardando il proprio io più vero e più profondo. Quell’io che, sfrondato da tutte le impalcature e maschere di circostanza, può risplendere nella sua bellezza originaria come “cosa molto buona” perché creato a immagine di Dio.

In attesa di questo lavoro impegnativo, che ci attende tutti, vi invito a entrare con fiducia nel cantiere quaresimale della vostra vita perché, attraverso una  riscoperta della Parola del vangelo possiamo realizzare quel processo di decentramento da noi stessi, e scoprire nei fratelli la potenza dell’amore di Dio che cambia la nostra vita.

Solo attraverso questa scoperta saremo capaci di fare esperienza:

  • di una preghiera intesa non tante parole da dire a Dio ma come Parola di Dio che nutre la nostra vita;
  • di un digiuno inteso non come pratica esteriore che mortifica i sensi ma esercizio di libertà capace di astenerci dal superfluo e da tutto ciò che inquina le nostre relazioni;
  • di una carità non come ostentazione di ciò che ci gratifica ma come condivisione sincera di ciò che siamo e di ciò che abbiamo ricevuto come dono da Dio.

Nel comunicare a tutti il programma quaresimale parrocchiale, auguro a tutti di vivere questo tempo come un tempo di rifioritura interiore e riscoperta del Vangelo quale bussola capace di riorientare nuovamente la nostra vita sulla strada della Verità.