Lettera di don Alessandro alla Comunità

A tutta la Comunità parrocchiale

di Marrubiu e Sant’Anna

Il tempo quaresimale che vivremo con tutta la Chiesa ha lo scopo di reindirizzare le nostre energie per convergere insieme verso gli obiettivi fondamentali della nostra vita di credenti. La Quaresima, non dimentichiamolo, è in funzione di una vita più vera, più libera e più autentica.

Entriamo in questo tempo quaresimale per una check up completo della nostra umanità, in particolare per una seria diagnosi del nostro cuore e per verificarne il suo stato di salute.

Saremo chiamati a un costante esercizio delle nostre energie interiori per essere in grado di compiere effettivi passaggi di vita e poter vivere, nella prossima Pasqua, la celebrazione della ‘vita nuova’ in tutte le manifestazioni.

Questi passaggi ci aiuteranno a lasciare dietro di noi tutto ciò che depotenzia la nostra umanità e rende amorfa e sterile la nostra spiritualità.

Saremo chiamati ad una maggiore attenzione, più all’interno che all’esterno, più a ciò che è nascosto allo sguardo ma che è condizione necessaria per vivere da uomini e donne più veri e soprattutto più liberi da quella patologia dello spirito che si chiama ipocrisia.

Chi è l’ipocrita?

Fondamentalmente è l’uomo dal cuore doppio, dalle labbra false, dal giudizio facile, in sintesi: l’uomo che non sa cosa significhi misericordia.

Nel Nuovo Testamento l’ipocrita è l’uomo che finge, simula, fa vedere, maschera!

L’ipocrita è colui che ama più sé stesso che Dio e la sua Parola.

Gesù nel Vangelo, spesso, combatte questa categoria di persone: “Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini” (Mt 15,8-9).

Sì, gli ipocriti onorano Dio con le labbra ma il loro cuore è ben lontano, la loro passione per la verità è nulla perché vogliono solo il loro onore, il proprio tornaconto e la propria gratificazione. A ben vedere, purtroppo, anche noi oggi dobbiamo esaminarci sul nostro modo di vivere la Chiesa lontana dall’autenticità, dalla passione per la Verità e l’Amore.

In un tempo di profonde trasformazioni nella Chiesa, siamo tutti consapevoli che la sua missione è quella di condurci a vivere una reale e concreta esperienza di fede. Ci capista invece di assister come noi stessi siamo imprigionati e in ostaggio delle nostre fantastiche tradizioni religiose dalle formule pseudo-magiche che, seppur siano una cosa piacevoli in sé, non ci salvano e non generano vita e futuro.

In questo modo la vita cristiana diventa una grande messa in scena dove purtroppo il solo attore diventa il mio io…

La Quaresima è un tempo di guerra che non cerca nemici esterni a noi ma vuole scovare in noi stessi quelle pulsioni e dinamiche autodistruttive. Il nostro ego è la manifestazione di tutto questo.

Così nel salmo 12 vi è l’invocazione a Dio perché ci salvi dall’ipocrisia e dall’uomo menzognero: “Salvami, Signore! Non c’è più un uomo fedele; è scomparsa la fedeltà tra i figli dell’uomo. Si dicono menzogne l’uno all’altro, labbra bugiarde parlano con cuore doppio” (Sal 12,1-3). Come non riconoscere in questi versetti una condizione di vita  inautentica che rispecchia anche la nostra esperienza?

Dobbiamo, infine, riconoscerlo: l’ipocrisia è il frutto della paura di Dio, si nutre dell’approvazione degli altri, e ci porta ad essere rigidi ed intransigenti verso le debolezze dei fratelli.

All’ipocrita il Vangelo contrappone l’uomo autentico, che si compiace della verità, che spesso paga il prezzo della solitudine, della sofferenza e dell’incomprensione.

L’uomo autentico è l’uomo che fa proprio il cammino quaresimale guardando con coraggio la miseria del proprio cuore e guardando il proprio io più vero e più profondo. Quell’io che, sfrondato da tutte le impalcature e maschere di circostanza, può risplendere nella sua bellezza originaria come “cosa molto buona” perché creato a immagine di Dio.

In attesa di questo lavoro impegnativo, che ci attende tutti, vi invito a entrare con fiducia nel cantiere quaresimale della vostra vita perché, attraverso una riscoperta del Vangelo (specialmente nella Lectio Divina), possiamo realizzare quel processo di decentramento da noi stessi e scoprire nei fratelli la potenza dell’amore di Dio che cambia la nostra vita.

Solo attraverso questa scoperta saremo capaci di fare esperienza:

– di una preghiera intesa non di tante parole da dire a Dio ma come Parola di Dio da ascoltare e che nutre la nostra vita;

-di un digiuno inteso non come pratica esteriore che mortifica i sensi ma esercizio di libertà capace di astenerci dal superfluo e da tutto ciò che inquina le nostre relazioni;

-di una carità non come ostentazione di ciò che ci gratifica ma come condivisione sincera di ciò che siamo e di ciò che abbiamo ricevuto come dono da Dio.

Nel comunicare a tutti il programma quaresimale parrocchiale, auguro a tutti di vivere questo tempo come un tempo di rifioritura interiore e riscoperta del Vangelo quale bussola capace di riorientare nuovamente la nostra vita sulla strada della Verità.

Marrubiu, 21 febbraio 2023

                                                                                               Don Alessandro