Palermo: una forte proposta di catechesi

Nel variegato campo delle proposte sperimentale di catechesi, ha destato molta curiosità l’orientamento della diocesi di Palermo.

È infatti iniziata una vera e propria rivoluzione, fortemente voluta dall’arcivescovo Corrado Lorefice: dall’anno prossimo (anno pastorale 2025-2026) il catechismo avrà una durata di cinque anni, invece di tre, e i bambini riceveranno comunione e cresima insieme e coinvolgendo di più le famiglie nel percorso di formazione.

Vediamo nel dettaglio cosa prevede la riforma che interessa migliaia di famiglie e bambini palermitani.

Il nuovo progetto per l’iniziazione cristiana di fanciulli e ragazzi è portato avanti dall’Arcidiocesi almeno dal 2019, ma – com’è comprensibile – è stato un percorso che ha richiesto parecchio tempo e lavoro essendo una riforma che suona come un vero e proprio cambiamento epocale per quelle famiglie che si prestano a seguire la religione cattolica e quindi accompagnano i propri figli a ricevere il sacramento della comunione.

Con cambiamento della società, lo sappiamo tutti, di solito ci si fermava a questa. Dopo la prima comunione sia bambini sia i genitori abbandonano le parrocchie, sempre più di rado tendono ad andare a messa se non per le feste cosidette di di precetto.

Probabilmente anche a questo è legato il secondo fenomeno: sempre meno sono i cattolici che decidono di ricevere il sacramento della cresima. La maggior parte lo fa da adulti e – tranne rari casi – spesso si richiede quando necessario per esempio per sposarsi in chiesa, anche se oramai, già da qualche anno, il sacramento della cresima non è più necessario per la celebrazione del sacramento.

Due problemi su cui la Diocesi palermitana lavora da anni. Il cambio di passo nelle comunioni/cresime dovrebbe essere proprio una delle soluzioni in campo.

La principale novità è appunto l’avvio di un percorso unico, della durata di cinque anni, alla fine del quale si riceve nella stessa celebrazione sia la prima comunione che la cresima.

Come spiega nel dettaglio il sito “Porta di Servizio” che ha dedicato alla questione un ampio approfondimento, il catechismo si inizia all’età di 7 anni per arrivare ai sacramenti a 10-11 anni e, infine, l’ultimo anno, a chiusura del percorso celebrare il sacramento della riconciliazione.

Altro aspetto importante il coinvolgimento attivo delle famiglie.

Il nuovo progetto sarà operativo a partire dall’anno pastorale 2025-2026. Cosa accade nel frattempo? L’Arcidiocesi ha emanato delle disposizioni transitorie che accompagnano all’entrata in vigore delle novità previste dalla riforma.

Per questo motivo l’arcivescovo ha diposto che che nel corso di quest’anno pastorale: non si dovranno iniziare nuovi corsi di catechismo (che riapriranno direttamente nel 2025), mentre verranno portati a compimento i corsi per le prime comunioni già avviati (sia nella formula dei “due anni”, sia in quella dei “tre anni”).

I bambini che riceveranno la Prima Comunione quest’anno, seguiranno i consueti itinerari di preparazione alla cresima.

«Una preziosa occasione per “familiarizzare” – si legge nel documento firmato dal vicario generale Giuseppe Oliveri -, come Comunità Diocesana, nelle sue variegate componenti, con la nuova proposta. Durante l’Anno 2024-2025, la preparazione del futuro inizio sarà dedicata all’approfondimento di sussidi, proposte e a momenti di informazione e formazione a beneficio di tutti i soggetti coinvolti (ministri ordinati, catechisti e famiglie dei fanciulli in primis), ma anche ad una costante opera di sensibilizzazione da svolgersi nelle comunità parrocchiali soprattutto dai presbiteri che le guidano».