SANT’ANNA: Relazione finale sugli interventi di restauro della Statua di Sant’Anna

A completamento degli interventi di restauro della statua di Sant’Anna, si pubblica la relazione fonale dei restauri e la sequenza delle diverse immagini. L’intervento è stato finanziato in parte dal Comitato di Sant’Anna e in parte dalla Parrocchia.

don Ernest

RELAZIONE TECNICA DI RESTAURO FINALE N. 1 SCULTURA LIGNEA
POLICROMA RAFFIGURANTE SANT’ANNA CON MARIA BAMBINA.

DESCRIZIONE DELL’OPERA
STATO DI CONSERVAZIONE
INTERVENTO DI RESTAURO

RELAZIONE TECNICA DI RESTAURO FINALE

SOGGETTO: Sant’Anna con Maria Bambina
DATAZIONE/EPOCA: Seconda metà del XX secolo
MATERIALI/TECNICHE: legno intagliato, pittura a tempera direttamente sul legno senza preparazione, verniciatura protettiva e bitume
DIMENSIONI: h. cm 165; basamento cm 70×50 circa
DESCRIZIONE DELL’OPERA
La statua lignea, appartenente alla chiesa Parrocchiale di Sant’Anna, è databile alla seconda metà del XX secolo.
Non è possibile risalire al nome dell’autore poiché non esistono documenti a riguardo ma la realizzazione non è avvenuta nell’ambito isolano ma, con ogni probabilità, in botteghe del nord Italia.
L’opera è composta da due figure femminili con un legame profondo tra loro: Sant’Anna, raffigurata anziana, che poggia la mano sinistra sulla spalla di sua figlia Maria che, a sua volta, tiene tra le mani un libro e guarda con attenzione e devozione il volto della madre. Sant’Anna è intenta ad insegnare Maria a leggere, mentre, con l’indice della mano destra in alto, indica la verità divina.
Le vesti sono ricche, decorate con motivi floreali lungo i bordi in porporina e le teste sono entrambe coronate.
Gli incarnati delle due figure sono realizzati con toni diversi: più scuro e intenso quello di Sant’Anna e chiaro quello di Maria, ad indicare le età diverse delle donne.
STATO DI CONSERVAZIONE
Lo stato di conservazione prima dell’intervento di restauro era compromesso, principalmente, da un massiccio attacco di termiti concentrato sul basamento dove erano visibili le caverne scavate dagli insetti xilofagi durante il loro attacco.
Il secondo fattore di degrado era dovuto ad una sovrapposizione di impurità di varia natura che alteravano la cromia della scultura, sia degli incarnati che delle vesti.
Inoltre erano presenti numerose lacune di colore, createsi durante le movimentazioni durante le funzioni religiose.

INTERVENTO DI RESTAURO

ELENCO INTERVENTI DI RESTAURO E LORO CRONOLOGIA
A) Disinfestazione
B) Consolidamento ligneo delle parti rese fragili da attacchi di insetti xilofagi
C) Consolidamento del materiale pittorico decoeso
D) Pulitura di tutta la superficie pittorica
E) Stuccatura delle mancanze di materiale pittorico
F) Reintegrazione pittorica delle lacune
G) Verniciatura finale di protezione
H) Documentazione fotografica
ELENCO SINTETICO DELLE OPERAZIONI PREVISTE
Disinfestazione
Dopo una prima spolveratura delle superfici si è proceduto con il trattamento di disinfestazione attraverso l’applicazione di un biocida liquido, a base di permetrina, applicato a pennello.
La scultura è stata poi sigillata, con il prodotto, all’interno di un involucro di plastica e tenuta chiusa per 2 mesi.
Consolidamento ligneo
Per ridonare compattezza e la stabilità strutturale al legno del basamento, devastato dalle termiti, si è proceduto con un trattamento consolidante tramite resina acrilica Paraloid B72 diluita al 5% in acetone e applicata per iniezione.
Consolidamento pittorico
Prima della fase di pulitura più approfondita si è proceduto con le operazioni di consolidamento degli strati pittorici che presentavano piccoli distacchi dal supporto ligneo, attraverso l’utilizzo di una resina polivinilica in emulsione acquosa.
Questa è stata applicata, oltre che a pennello anche con siringhe, tamponando successivamente con batuffoli di cotone l’area, onde verificare la tenuta del consolidamento ed asportare l’eventuale prodotto in eccesso.
Queste operazioni sono state eseguite al bisogno, cercando di rispondere a tutte le situazioni in cui potessero necessitare.
Pulitura
Per quest’ opera è stato utile testare diverse miscele supportate da gel inerti per limitare la penetrazione nel substrato pittorico.
Si è stabilita una metodologia, in considerazione della eterogeneità dei materiali costitutivi, intervenendo secondo un criterio di selettività e gradualità dell’intervento, differenziando le operazioni a seconda delle stesure pittoriche.
I materiali principali utilizzati sono stati i seguenti: alcool isopropilico, essenza di petrolio e emulsione cerosa per limitare la penetrazione del prodotto nella superficie originale.
In qualche zona è stato necessario l’ausilio del bisturi.
Stuccatura e integrazioni
Le operazioni di stuccatura hanno rispettato il criterio del minimo intervento evitando le sovrammissioni invasive e generalizzate.
Sono state effettuate utilizzando gesso di Bologna e colla di coniglio, applicate liquide e successivamente adattate all’area circostante.
Reintegrazione cromatica
La reintegrazione delle lacune di materiale pittorico, evidenziate dopo la pulitura, è stata realizzata con colori ad acquarello Winsor & Newton o da ritocco secondo le tecniche di restauro attuali (velatura e sottotono).
Protezione finale
L’opera è stata poi protetta con l’applicazione di almeno due strati di vernice Retoucher Surfin, Lefranc & Bourgeois.
Documentazione fotografica
Tutte le operazioni di restauro sono state documentate con foto in formato digitale.

Laboratorio di Restauro Arborense di Anna Sanna e Fodde A. Rita – Oristano