La proposta di vivere una preghiera nelle nostre case, in questo mese di ottobre, mese della missione e del rosario, vorrebbe aiutarci a riscoprire la dimensione domestica della nostra fede. Ho pensato di estendere questa proposta per tutto l’anno.
Concretamente si tratta di riunirci in famiglia o per famiglie e per gruppi nelle nostre case e riscoprire un modo di pregare dei primi secoli della Chiesa, nata proprio nelle case, nelle domus ecclesiae.
In questi tempi riscontriamo come la dimensione cultuale delle fede è in crisi.
Attualmente, laiche e laici, famiglie, sacerdoti, religiosi/e e anche vescovi, stanno approfondendo questo tema e mettendo insieme le varie esperienze di Chiesa domestica, lasciandosi interrogare dai volti minoritari della Chiesa attuale (comunità di famiglie, famiglie missionarie a km 0, esperienze di chiesa senza sacerdoti né chiesa in terra di missione, fra i rifugiati o nei paesi in cui tuttora i cristiani sono perseguitati …)
Attingendo alla Tradizione delle comunità cristiane dei primi secoli, si vuole riscoprire come la Chiesa originaria e originante – fatta di comunità diffuse e locali, piccoli/grandi cenacoli domestici, con modalità diverse e carismi propri – ha sviluppato un linguaggio e una prassi propri: la preghiera familiare, le liturgie domestiche, l’iniziazione alla vita di fede dei “lontani” e delle nuove generazioni.
La corresponsabilità di tutti i battezzati per la costruzione del Regno di Dio è un dato oggettivo e qualificante la Chiesa stessa. La casa, nei vangeli, appare il luogo dell’intimità e ferialità della fede. Proprio in casa, Gesù approfondisce il senso dei suoi insegnamenti in quel dinamismo di domande e risposte che rivelano un desiderio di ricerca e di approfondimento nella fede.
Invito pertanto a riscoprire questa dimensione della fede, specialmente nei giorni in cui non sarà calendarizzata, nel programma settimanale, nessuna celebrazione.
La formazione del gruppo per la preghiera nelle case, si potrà fare secondo un orario da concordare insieme a coloro che intendono partecipare, previa disponibilità della famiglia ospitante. Non occorre comunicare in Parrocchia la disponibilità. Esercitiamo questo carisma come un dono dello Spirito partecipato a tutti e ne godremo i frutti.
don Alessandro