Riscopriamo la dimensione domestica e feriale della preghiera

Il rinnovamento pastorale auspicato da Papa Francesco, non può non mettere in discussione la dimensione spirituale della fede troppo spesso associata a quella cultuale.

In un tempo di profondi cambiamenti nella società, come credenti, siamo chiamati a portare fuori il Vangelo dalle nostre chiese e a non identificare troppo la spiritualità col culto. E’ vero il culto perché sia vero deve esprimere una spiritualità che sia incarnata nella vita. L’impostazione pastorale delle nostre Comunità di fatto manifesta una dissociazione  tra culto e quotidianietà, tra cultura e vita, come denunciava già Paolo VI negli anni 70.

Attualmente, laiche e laici, famiglie, sacerdoti, religiosi/e e anche vescovi, stanno approfondendo questo tema e mettendo insieme le varie esperienze di Chiesa domestica, lasciandosi interrogare dai volti minoritari della Chiesa attuale (comunità di famiglie, famiglie missionarie a km 0, esperienze di chiesa senza sacerdoti né chiesa in terra di missione, fra i rifugiati o nei paesi in cui tuttora i cristiani sono perseguitati …)

Attingendo alla Tradizione delle comunità cristiane dei primi secoli, si vuole riscoprire come la Chiesa originaria e originante – fatta di comunità diffuse e locali, piccoli/grandi cenacoli domestici, con modalità diverse e carismi propri – ha sviluppato un linguaggio e una prassi propria: la preghiera familiare, le liturgie domestiche, l’iniziazione alla vita di fede dei “lontani” e delle nuove generazioni.

La corresponsabilità di tutti i battezzati per la costruzione del Regno di Dio è un dato oggettivo e qualificante la Chiesa stessa. La casa, nei vangeli, appare il luogo dell’intimità e ferialità della fede. Proprio in casa, Gesù approfondisce  il senso dei suoi insegnamenti,  in quel dinamismo di domande e risposte che rivelano un desiderio di ricerca e di approfondimento.

Proviamo a riscoprire questa dimensione della fede, specialmente nei giorni in cui non sarà calendarizzata, nel programma settimanale, nessuna celebrazione.

La formazione del gruppo per la preghiera nelle case, si potrà nei giorni e negli orari più confacenti le esigenze dei partecipanti. Non occorre comunicare in Parrocchia la disponibilità. Ovviamente, la pagina evangelica, sarà sempre al centro della preghiera. Esercitiamo questo carisma con libertà, senza nessuna forma di controllo e di verifica ma come un dono dello Spirito partecipato a tutti. Nel tempo potremo goderne i frutti.

In un secondo momento saranno trasmessi alcuni suggerimenti di metodo, per fare di questa forma di preghiera quella più vicina alla vita di ciascuno.