Se vuoi, puoi purificarmi (Mc 1, 40-45) Anno Pastorale 2023/2024

Domenica 15 ottobre 2023, con la celebrazione dell’Eucarestia, nella nostra chiesetta a Zuradili, abbiamo inaugurato il nuovo anno pastorale che ancora una volta ci offre la possibilità di un nuovo inizio.

In questo nuovo pezzo di strada, ognuno di noi si senta raggiunto dallo sguardo di Dio che ci chiama per nome, in tempi e modalità differenti e ci accorda fiducia.

Vorremmo guardare con occhi nuovi la nostra Comunità parrocchiale come la vigna a cui il Signore ci chiama non per svolgere ‘prestazioni’ ma per condividere la gioia del Vangelo attraverso il nostro ‘essere’ e il nostro ‘fare’.

Siamo invitati a tenere insieme questi due aspetti, ‘l’essere’ e il ‘fare’ per scoprire con rinnovato stupore, la profondità del nostro essere figli e fratelli.

L’icona biblica che guiderà il cammino pastorale di quest’anno e la pagina evangelica di Marco 1, 40-45: Se vuoi puoi purificarmi.

Questo testo, che avremo modo di approfondire attraverso il dono dello Spirito, in tutto questo anno, in particolare nella Lectio Divina’ (vedi programma), sarà per noi una luce gentile che illumina, risana, conforta e protegge.

Guardando con attenzione la nostra Parrocchia, riscontriamo, purtroppo, così come in tante parrocchie, una situazione di generale sterilità che grida a Dio la stessa sofferta invocazione “Se vuoi puoi purificarci”.

Sono tante le situazioni che ci appesantiscono e impediscono alla nostra vita di portare frutto.

Se vuoi” con questa invocazione fiduciosa nella volontà del Padre, la nostra Comunità potrà riprendere vita non tanto nell’evidenza dei numeri ma per l’efficacia della Grazia che opera in modo misterioso.

La risposta di Dio alla consegna della nostra sofferenza non è mai l’indifferenza ma la compassione. E la compassione è la capacità che Dio ha di creare prossimità con noi, di farsi vicino a noi: «stese la mano».

Questa prossimità poi diventa esperienza: “Lo toccò”.

E questa esperienza poi diventa una parola che salva: «e gli disse: “Lo voglio, guarisci!”»

Potremmo essere portati a credere che la cosa che conta di più sia la guarigione, ma il Vangelo riportandoci queste parole è come se volesse mettere davanti a noi anche ciò che immediatamente non sembra evidente: ad esempio la maturazione che quest’uomo sofferente ha fatto nella sua malattia.

La sofferenza lo ha fatto maturare fino al punto di consegnare tutto a Gesù.

Normalmente il dolore può tirare fuori la parte peggiore di noi, la rabbia, la ribellione, il rancore, la bestemmia, il rifiuto di Dio e dei fratelli.

Quest’uomo invece è come maturato in una sorta di mansuetudine: “soffro e tu lo sai, ma so che se tu vuoi puoi liberarmi”.

Anche la nostra Parrocchia soffre e, questa sofferenza può aiutarci a maturare nelle motivazioni del nostro servizio ecclesiale e nel cammino di fede di ciascuno.

Maria nostra patrona, che invochiamo con tre differenti titoli, sostenga in ciascuno, il desiderio di riprendere il cammino, non dietro ai nostri progetti pastorali, ma dietro la forza della Parola che guiderà la nostra vita.

don Alessandro